Autore Tema: emofione
Oggetto: APNEA, "Romanzo di immersione" di Emiliano Zannoni
Inserito il: 16/02/2010 15:43:12
Messaggio:

Un “cacciucco” di persone e di storie in apparenza slegate, ma di fatto intrecciate tra loro in modo irreversibile in un microcosmo capace di riprodurre l'intreccio di relazioni che viviamo ogni giorno. E se a fare da comune denominatore a queste storie è una città, con tutte le sue armonie e tutte le sue contraddizioni, il risultato sarà un mosaico perfettamente integrato. Se, poi, quella città è Livorno, con il suo profumo di salmastro e la sua luce, il quadro non mancherà più di niente e alla fine saprà davvero “togliere il fiato” al lettore. D’altra parte si tratta di un rischio su cui Emiliano Zannoni, giovane autore labronico, mette in guardia fin dall’inizio del suo romanzo, non a caso intitolato “Apnea”, uscito in questi giorni per la Società Editrice Fiorentina (euro 10,00). Una storia dei nostri anni che mette in scena, come attori di un appassionante dramma, tanti personaggi che altro non sono se non dei “tipi” in grado di dare un volto all’uomo di inizio millennio. Un volto a tratti spensierato, a tratti turbato. In ogni caso, perennemente confuso davanti alle prove della vita, ma fermamente persuaso di dover raggiungere un obiettivo. E’ così che Sara, erroneamente considerata fragile, saprà scegliere la propria strada sbrogliando una situazione in apparenza senza uscita. Ed è così che Lorenzo deciderà, sorridendo, di compiere un passo che lo cambierà per sempre. Come loro, tutti gli altri personaggi saranno chiamati a fare una scelta, guidati sempre, anche nei momenti di massima solitudine, da una confortante presenza: il mare della loro Livorno, mite e tempestoso allo stesso tempo. Capace di rigenerarli, mentre le loro storie scorrono come onde tra le pagine del romanzo, raccontato da un misterioso narratore onnisciente che solo nell’epilogo scoprirà il suo volto, provocando un’inattesa apnea anche al lettore. Una riuscita prova di scrittura quella di Zannoni, mai lasciata al caso nella riproduzione fedele del colore, dell’animo schietto e del linguaggio vivace tipici dei livornesi, non per niente definiti dall’autore stesso “una delle più colorite popolazioni in ambito nazionale”