RIFLESSIONE: scrivo a Roberto Saviano
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da : Concerto di Sogni
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Stampato il:
15/01/2025
Tema:
Autore Tema: Elena Fiorentini
Oggetto:
RIFLESSIONE: scrivo a Roberto Saviano
Inserito il:
19/01/2012 11:40:35
Messaggio:
Scrivo a Roberto Saviano:
Sono contenta del riconoscimento dato dalla nostra città a Roberto Saviano. Anche lui, scrittore come Giulio Cavalli, attore e scrittore di Lodi, per avere parlato di argomenti scomodi,( meglio dire "pericolosi" )sta vivendo da alcuni anni con la scorta e ha tante volte confessato che la vita gli è veramente pesante.
Voglio sottolineare che il suo primo romanzo "Gomorra" appartiene allo Stato italiano, che ne detiene i diritti e questo è indicativo della grande importanza di questo testo che, al di là del valore letterario,che esiste, è stato documentato attentamente in ogni sua parte.
Ricordo quando avevi dato il tuo prezioso contributo per le "Notti contro le mafie", alle Colonne di San Lorenzo. L'argomento era scottante, gli ideatori dei giovanissimi e ci hai creduto. Grazie di cuore e un grande abbraccio. Elena Fiorentini
Replies:
Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 19/01/2012 12:36:17
Messaggio:
L'esperienza viola è chiusa,esistono in internet delle pagine web e delle pagine in facebook, mantenendo il nome allo scopo che i gruppi posano essere rintracciabili. Il movimemento lascia una buona eredità,si poteva fare anche di più, volendo, ma qualche cosa di buono scaturirà da questa esperienza. Chi dovesse sentire parlare di un Partito viola, non è uscito dalla nostra parte di movimento e chi sentisse parlare di gruppi violenti, non ci appartengono e non ci sono mai appartenuti. Elena Fiorentini
Topic author: Roberto Mahlab
Replied on: 19/01/2012 18:19:34
Messaggio:
Io ammiro Roberto Saviano, non solo per il suo impegno contro la camorra, ma anche per il suo amore per Israele.
Detto questo, esprimo il mio sgomento per tutte le strumentalizzazioni politiche che si compiono in Italia e la cancellazione dell’informazione su quanto accade e sulla sofferenza degli italiani.
Io sono solo un piccolo cittadino, un piccolo italiano, non sono rosso, non sono nero, non sono viola, non sono verde, non ho tempo, faccio parte di quei trenta e più milioni di piccole persone che ogni giorno si alzano all'alba e lavorano fino a notte solo per senso etico, perché dal nostro povero paese chi può se ne va.
Un paese che è finito tra i paesi non liberi in tutte le classifiche internazionali sull'economia e lo sviluppo, un paese in cui è vietato votare, in cui i governi e i parlamentari non sono più espressione della volontà degli elettori e non li rappresentano più, un paese che in questi giorni, in queste ore, protesta come può, in tante regioni italiane, in cui i titolari di azienda si suicidano e nessuno dice nulla, non ci sono discorsi né di Monti, né di Napolitano, né di Pisapia, perché gli italiani sono tutti "evasori" oppure, diciamolo con altre e vere parole, sono tutti "sudditi" da spennare per il benessere e i privilegi di tutte le caste politiche, di tutti i colori.
Il paese è diventato una enorme prigione in cui i cittadini devono passare il loro tempo a difendersi dalle cartelle pazze del fisco, in cui vengono considerati come malfattori da uno stato che è esso il malfattore, in cui devono pagare imposte senza che lo stato renda le imposte pagate in più e senza che lo stato paghi i suoi debiti verso le aziende.
E Milano è precipitata anch'essa, a causa di più sindaci, compreso l'attuale,in un incubo di divieti, che colpiscono prima di tutto le donne, le donne che sono obbligate ad usare l’auto perché abitano fuori città, perché non ci sono mezzi ovviamente che uniscono l’hinterland al luogo di lavoro e che prima di andare al lavoro devono accompagnare i figli all’asilo e a scuola e dopo il lavoro andare a riprenderli, fermandosi a fare la spesa lungo il percorso, eppure vengono colpite da provvedimenti irrispettosi del loro essere donne, ovviamente provvedimenti presi da legislatori uomini, ricchi, pasciuti, che non devono spiegazioni a nessuno, che non ritengono il lavoro e il rispetto di chi lavora la prima e unica considerazione.
Milano non è bella in questi giorni, è percorsa da contestazioni, da divieti assurdi e irrazionali e ideologici. Io sono stato in fila per firmare contro l'illiberale provvedimento sul divieto di circolazione in centro e sul balzello incredibile per i suoi abitanti per poter tornare a casa loro, ero stato in fila anche a firmare per il referendum per la nuova legge elettorale, cancellato dalla corte costituzionale, con grande sollievo dei partiti, del premier innalzato alla misteriosa carica di senatore a vita e autore di una manovra recessiva e del presidente della repubblica.
Io protesto contro quanto sta accadendo, unendo la mia voce, dovunque, ai tanti milioni di concittadini la cui voce è cancellata, le cui sofferenze sono taciute, la cui etica viene calpestata, la cui vita di ogni giorno viene resa un inferno.
Ci sono tante mafie in tanti livelli, ci vorrebbero tanti Saviano che possano parlare di tutte le mafie, di tutti i tipi, criminali e politiche che strangolano il paese, un popolo che avrebbe il diritto di vivere come nel resto del mondo libero, ma a cui non è permesso farlo, un popolo a cui viene reso difficile il tempo della vita.
Roberto Mahlab
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