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L'Imposta del Pensiero Unico

Stampato da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=18845
Stampato il: 15/01/2025

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Autore Tema: Roberto Mahlab
Oggetto: L'Imposta del Pensiero Unico
Inserito il: 04/05/2012 20:42:35
Messaggio:

Io non sono famoso per l’abilità di pensare, non sono un intellettuale, per me la vita è sciare, nuotare, camminare in montagna, andare in kayak, tirar su pesi in palestra e andare al cinema a vedere i film in cui sia chiaramente indicato chi sono i buoni e chi sono i cattivi.

Ieri ho dato una ulteriore dimostrazione delle mie incapacità quando la mia segretaria e braccio destro e sinistro e mente pensante, prima di uscire dall’ufficio, mi ha chiesto di ricordarmi l’indomani di darle due euro di resto per una consegna. “Stavolta non me lo dimentico”, le ho assicurato e l’ho scritto su un foglio che ho messo sua tastiera del computer. Stamattina, prima che la mia segretaria arrivasse in ufficio, ho messo sopra quello stesso foglio una serie di altri fogli riguardanti le consegne in corso e solo verso mezzogiorno, quando li ha inseriti ordinatamente nelle rispettive pratiche, la mia segretaria ha notato il foglietto con su scritto dei due euro che era finito sotto la pila. “Meno male che hai guardato tutte le carte una ad una”, le ho detto, “non pensavo di aver messo il foglietto lì sotto”, ribattei al suo sguardo esasperato.

“Pensa, è gratis”. Per un caso fortuito mi sono poco dopo ritrovato questa frase inviata da una amica sullo schermo del mio collegamento facebook. Per motivi che dovrei probabilmente approfondire con uno psichiatra, mi sono sentito chiamato in causa.

Mentre davo un’occhiata alle notizie economiche, poco dopo mi è venuto in mente che la frase potrebbe essere lo slogan di una campagna elettorale vittoriosa di un partito che assicuri agli elettori che almeno il pensiero non verrà tassato. Il primo pensiero, solo quello, il secondo pensiero invece ovviamente sarebbe sicuramente soggetto all'Ipu (Imposta Pensiero Unico). Per pagare la tassa sul terzo pensiero e sui pensieri successivi la maggior parte della popolazione avrebbe dovuto fare i debiti …


Gli sgherri del sovrano, che aveva preso il nome di Esattore Primo, percorrevano villaggi e foreste in cerca dell'ultimo evasore della tassa sul secondo pensiero, usavano qualsiasi metodo per ottenere informazioni dagli abitanti dei luoghi che attraversavano e infine intravidero un uomo seduto sotto un albero che corrispondeva all'identikit del ricercato. "Ti abbiamo trovato", gridò esultante chi li guidava, ma l'uomo sotto l'albero non parve né udire né avere una qualsiasi reazione, il suo volto esprimeva solo terrore puro. Dubbioso il capo degli sgherri si rivolse agli astanti, :"ma che cos'ha questo tipo, sembra che sia terrorizzato non dalla nostra presenza, ma da qualcosa di precedente, come se non potesse avere altro pensiero ...".

"E certo, ci mancherebbe", si intromise la mia segretaria, braccio destro e sinistro e mente pensante, "ho personalmente vietato a Roberto di pensare!".
"Ma come mai?, un singolo primo pensiero l'avrà pure avuto e quello non è tassabile, ma successivamente al divieto, davvero non ne ha mai avuto un secondo?", il tono dello sgherro mostrava preoccupazione.
"Un secondo pensiero?", si indignò la mia segretaria, "ma volete scherzare? Ma chi credete che mandi avanti la baracca, lui?" e indicò con un dito Roberto. "Ma se l'unica volta che ha pensato, ha deciso di bere una Coca Cola vicino alla tastiera del computer e ha rovesciato il bicchiere e la tastiera si è fusa!", spiegò agli allibiti inviati del sovrano Esattore Primo. "L'ho sgridato così severamente che ha avuto uno shock psicologico e si è rinchiuso in sé stesso e da allora passa il tempo seduto sotto quell'albero e non osa più pensare ad alcunché, e per fortuna",soggiunse, :"altrimenti che mi combinerebbe in ufficio?".
"Be', allora", disse il capo degli sgherri, "se ha pensato solo una volta e poi mai più, non è soggetto alla tassa, certo non sappiamo come tornare al palazzo e comunicarlo al sovrano Esattore Primo, da quando essa è stata introdotta, non è mai accaduto che qualcuno ne fosse esente" e ordinò ai suoi uomini di abbandonare Roberto e di tornare indietro.

Come avviene nei miti popolari, la notizia che qualcuno era riuscito a sfuggire alla tassa si trasmise di bocca in bocca assumendo di volta in volta contorni sempre più leggendari, :"qualcuno ha resistito al tiranno, allora si può resistere!" e il nome di Roberto divenne il traino di un movimento che si espanse fino a comprendere tutta la popolazione. Il truce Esattore Primo fu costretto alla fuga e la libertà di pensiero tornò a splendere sulle contrade e gli abitanti del paese non conobbero finalmente altro che crescita e ricchezza.

I media si impadronirono della vicenda e un giornalista scovò Roberto seduto sotto l'albero e gli si avvicinò con un microfono, :"Roberto, lei è l'idolo del paese, ma la prego, dica in diretta sui nostri schermi, che cosa ha provato quando ha sconfitto gli sgherri del tiranno, quale è il suo pensiero sugli avvenimenti?".
Il volto di Roberto impallidì, fu un attimo, i suoi occhi si volsero verso la sua segretaria, quasi a chiedere di poter rimettere in moto il pensiero, ma non riuscì a superare il condizionamento e il terrore del rimprovero subito dopo la distruzione della tastiera cancellò qualsiasi traccia di pensiero cosciente dai suoi lineamenti. Fu l'unico essere umano del pianeta a non conoscere mai l'esito storico del suo eroico, seppur involontario, gesto di resistenza.

Roberto Mahlab
(I racconti dell'ufficio)


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