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La meteorosologia

Stampato da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=19040
Stampato il: 15/01/2025

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Autore Tema: Roberto Mahlab
Oggetto: La meteorosologia
Inserito il: 30/03/2013 22:42:00
Messaggio:

"Nel pomeriggio pioverà", lo dissi dopo aver sbirciato fuori sul terrazzino dell'ufficio.
"Ah sì", rispose distrattamente la mia segretaria, braccio destro e sinistro e mente pensante, mentre parlava al telefono con un cliente, scriveva una mail ad un fornitore, mandava un fax e prendeva dalle mani di un fattorino un pacchetto espresso con dei campioni.
Io alzai le spalle e tornai ad immergermi nell'ultimo volume delle avventure di Asterix.
Nella mia azienda i compiti sono divisi in base alle capacità cerebrali e io, secondo la mia segretaria, ho solo due neuroni, uno è caduto e si è rotto e l'altro è difettoso di fabbricazione e non so darle torto, anche perché per darle torto dovrei riuscire a riflettere e provateci voi con un unico neurone difettoso.

"E non ho l'ombrello e i miei capelli per arrivare alla macchina!", esclamò poco dopo, al momento di tornare a casa, "ma... c'era un sole splendido, senza una nuvola in cielo, come hai fatto a pensare che...", poi mi lanciò uno sguardo e concluse :"ok, lascia perdere, be' faccio una corsa, ci vediamo domani".

"Stasera vado a vedere il nuovo Star Trek", le dissi con entusiamso qualche giorno dopo e lei mi rispose appena :"e figurarsi.. volevo dire... certo, devi continuare a farti una cultura, così magari un giorno mi dai una mano a gestire la tua azienda".
"Devo ricordarmi l'ombrello", ribattei dando uno sguardo fuori.
"Vieni qui", mi ordinò, "guarda le previsioni del tempo" e mi mostrò il sito del prestigoso meteogiornale, "alta pressione atlantica, non una nube sull'intero continente e non fare l'uccello del malaugurio che stasera devo portare la mia bimba dalla nonna". Io mi volsi ancora verso il terrazzino e mi trattenni dal parlare.

Il giorno dopo mi tenne il muso. "Ma che c'è, che ho fatto?", le domandai preoccupato. "Fatto? Tu? Ma quando mai fai qualcosa?", il suo tono era arrabbiato, "solo che la vuoi smettere di dire che pioverà quando... quando...oh, ma cosa mi fai dire", scosse il capo, "è che ieri sera eravamo fradici al ritorno dalla casa della nonna e tu... tu... torno al lavoro che è meglio e tu continua con il tuo Asterix". "Ma io...", lei era già al telefono e rinunciai.

"Senti", la settimana successiva si sedette di fronte a me, "domani è il week end e con tutta la famiglia ce ne andiamo a fare un picnic, ho letto anche le previsioni del satellite della Nasa e non pioverà, non esiste una sola probabilità che piova... vero?". Spostai lo sguardo verso il terrazzino e le confermai che il fine settimana sarebbe stato soleggiato e mite. "Non è che te l'ho chiesto perché io creda che tu abbia capacità divinatorie o addirittura che tu possa modificare il meteo, sia chiaro", eppure sorrise felice. "No, io...", ma aveva già indossato il soprabito ed era uscita.

Passarono i giorni e quando le dicevo che sarebbe piovuto, poi pioveva, anche quando le previsioni dicevano il contrario.

"Avanti dillo", era seduta rigida di fronte al computer, "mi dispiace, pioverà", le confermai dopo aver dato uno sguardo al terrazzino, le si illuminò all'improvviso il volto: "ho capito, è come se tu avessi delle facoltà paranormali che sostituiscono quelle che ti mancano!, sì, deve essere così" e tornò al lavoro, visibilmente rassicurata.
"Io non ho alcuna facoltà, guardo solo le rose", bisbigliai.
Ci mise un po' a replicare, come se i suoi sensi avessero fatto fatica ad accettare le mie parole :"le... rose?".
"Certo, che c'è di strano?, affermai con tono di evidenza. Lei alzò gli occhi al cielo esasperata, : "allora tiri ad indovinare, pensa che per un attimo mi ero convinta che tu avessi qualcosa in quella testa!".

"Vuoi che ti spieghi?", le domandai.
"Che cosa?", incrociò le braccia e sospirò con pazienza.
"La grande pianta di rose, sul terrazzino", le dissi con calma, "basta osservarla".
Chiuse gli occhi, poi li riaprì respirando profondamente come per farsi forza e lanciò uno sguardo alla pianta di rose, "bene, mi credi se ti dico che non ne so più di prima?".
"Le rose, hanno aperto l'ombrello", mormorai.
Rimase a bocca aperta e poi mi si avvicinò con sollecitudine, : "ti senti bene, vuoi che ti chiami un medico?".
Certe volte io non le capisco le donne, "ma no, vieni sul terrazzo e ti svelo il segreto".

"Guarda il cielo", le indicai, "azzurro come quel pomeriggio in cui il comandante Kirk ordinò l'attacco ai venusiani e assapora la brezza della primavera che solitamente ci regala la fine dell'inverno e il tepore che ci accompagnerà fino all'estate come nell'ultima avventura di Tintin e...".
"Ok, taglia corto", ribatté spazientita.
Ma le donne sono sempre così pratiche da non avere il tempo di ascoltare i discorsi esplicativi degli intellettuali?


Levai la mano ed accarezzai una rosa, "osserva la foglia che la ricopre, stamattina era spostata, adesso invece sta proteggendo il fiore che ha avvertito che sta arrivando la pioggia".
"Tu sei matto", si mise a ridere sorpresa.
Un tuono lontano. Il vento si levò furioso, in pochi istanti il cielo divenne plumbeo e cominciò a grandinare.
Impallidì e deglutì, :"da quando te ne sei accorto...", sussurrò, poi rientrò in ufficio in stato di trance chiudendo la finestra, perchè altrimenti l'acqua avrebbe invaso l'ufficio. Si dimenticò di farmi prima entrare, a volte le donne sono misteriosamente distratte. "Spostati un po' per favore", chiesi alla rosa e cercai di coprirmi con la sua foglia ombrellata. Starnutii e iniziai a tremare, è il prezzo che pagano i grandi scienziati, come il dottor Spock quando rimase una notte intera alla mercé delle intemperie sul pianeta Klingon.

Da quel giorno la mia segretaria modificò i suoi programmi a seconda della risposta alla domanda che mi poneva ogni mattina riguardo alle rose che aprivano l'ombrello di foglie e io finalmente mi sentii qualcuno e fui promosso alla funzione di svuotatore di cestini. Certo ogni tanto ripensavo ai bei tempi quando potevo passare tutto il giorno a leggere Asterix e i libri di fantascienza, ma con la cultura prima o poi arrivano anche le nuove responsabilità.


Un anno dopo venivo invitato dalle più prestigiose università del pianeta a tenere conferenze sulla mia scoperta, la Nasa sospese il lancio dei satelliti meteorologici nello spazio e investì i fondi federali nella creazione di terrazzini per piante di rose e il conduttore della Cnn informava i telespettatori sulle previsioni del tempo che ormai divennero certezze con alle spalle una pianta di rose e la meteorosologia divenne una scienza.

E se qualcuno ancora non ci crede, ecco altre immagini di una rosa con l'ombrello e di una rosa senza ombrello. Quod erat demostrandum. (Ho imparato a parlare così da Asterix, sono ormai un intellettuale).

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Roberto Mahlab
I racconti dell'ufficio



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