La forza della voce/Cosa rimarrà da riparare?
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da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=19137
Stampato il:
15/01/2025
Tema:
Autore Tema: Roberto Mahlab
Oggetto:
La forza della voce/Cosa rimarrà da riparare? Officina meccanica d’eccellenza con i clienti che fino al recente passato facevano la coda per le loro auto. Oggi il titolare è appoggiato alla parete, le braccia conserte, nel silenzio del locale. “Da quanti anni siete aperti?” “E c’è ancora almeno la soddisfazione?” “Come è cambiata situazione?” “E’ calato il lavoro?” “La tendenza attuale?” “Il traffico è visibilmente diminuito …” “La pressione fiscale ?” “Gli studi di settore incidono sui risparmi?” “Lo stato appare voler dire : se non vuoi essere dentro gli studi di settore, licenzia...” “Qualche autorità di qualsiasi livello è venuta ad ascoltarvi ?” “E il futuro?” (Interviene il figlio) ---------------------------------------------------------------------
Inserito il:
29/10/2013 16:45:28
Messaggio:
“Dal 1966, quanti sono? 47 anni! Altro che pensionati, si deve ancora lavorare!”
“C'è solo quella”.
“Ai tempi, quando ho aperto, c'era l’espansione economica e ne ho vissuto evoluzione, la crisi nel nostro settore è iniziata nel 2008 e poi a picco in discesa”.
“Discesa che continua?”
“Sempre di più, i clienti non hanno più niente in tasca”.
“I proprietari delle auto arrivano all'estremo, saltano i controlli obbligati e buona parte viene solo per l’emergenza totale, non c'è più prevenzione e si arriva al danno compiuto”.
“Ultimamente ad un abisso mai visto, è peggio rispetto ad un anno fa.
Abbiamo clienti abituali da 20 anni che prima avevano completa fiducia, adesso chiedono il preventivo e non per mancanza di fiducia, ma per vedere se possono permetterselo, dato che devono fare bene i conti con il resto delle spese. Una riparazione inaspettata e improvvisa disturba il loro budget famigliare, al 15 del mese si ferma tutto”.
“Nella nostra città tra le tasse, il costo dei parcheggi e i soldi che non ci sono, ci ritroviamo con le macchine ferme, si usano le biciclette e i mezzi pubblici, ma non come negli altri paesi per decisione di volontario rispetto dell'ambiente, altrimenti userebbero l'auto per andare almeno fuori città.
Qui tassano fino all'inverosimile, il nucleo famigliare a differenza di prima non è proprietario di più di una auto, che poi è ferma in garage, chi amministra fa di tutto per uccidere il nostro lavoro. L’uso dell’auto darebbe gettito di entrate fiscali, invece non si vendono perché non si usano.
Le case automobilistiche fanno proposte incredibili per attirare la clientela, vendita con riparazioni future incluse, e questo aumenta la crisi dei consumi.
Se va avanti così Milano si spegne, i negozi stanno chiudendo, sarà una città buia senza negozi, oltre a mettere in crisi le famiglie che ci lavorano.
Tassare, tassare, tassare, ma nessuna idea innovativa per dare lavoro”.
“Altro che 43 percento, i media ci dicono che si lavora fino ad agosto per lo stato, ma quello che si guadagna dopo, lo si tiene in tasca, non lo si spende, non basta, si ferma la circolazione monetaria successiva”.
“Non so come facciano le statistiche, si inventano che la famiglia media guadagna comunque tremila euro, ma su chi sono basate queste statistiche?
Gli studi di settore sono irreali, ti tassano su posizione e metratura, il tuo dipendente deve produrre tot euro. Ma gli stipendi dovrebbero essere detassati e non considerati un bene supplementare”.
“Sono discorsi che abbiamo sentito anche da diversi nostri clienti”.
“No. Ti rispondono solo : non ce la fai? Chiudi”.
“Proposte?”
“Sta avvenendo qualcosa di paradossale riguardo ai giovani e il lavoro, se dessero la possibilità di tenerli come apprendisti o con assunzioni agevolate, non sarebbero tutti fuori. Invece i giovani non trovano lavoro e la cosa più grave è che non imparano un mestiere, arrivano ad una certa età senza arte né parte.
Le priorità sono l’economia e i giovani”.
“Alla mia età di 75 anni io sono al culmine della vita lavorativa, ma quando penso ai figli che devono portare avanti l’attività, mi viene da piangere”.
“Se queste cose le dicono tutti, perché continuiamo a votare le stesse persone? Il mio ultimo mio voto è stato di protesta, appartengo alla generazione dei quarantenni e non c'è un partito che dica le cose che dicono tutti gli italiani, oppure solo parole che si perdono, non siamo più rappresentati”.
(La forza della voce. Che ciascuno, anziché essere portavoce di se stesso, racconti quello che avviene agli altri che ha attorno, che conosce, di cui ha saputo, con cui parla, di chi ha vicino, racconti gli episodi che opprimono chi lavora, chi non lo può fare, chi vuole fuggire, chi viene schiacciato, che ciascuno sia la voce di dieci voci ciascuna delle quali probabilmente si sente isolata e non sa che le stesse vicende accadono a moltissimi altri, di modo da immedesimarsi e da coinvolgere).
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