Autore Tema: Beppe Andrianò
Oggetto: Ma che colpa abbiamo noi
Inserito il: 12/01/2003 20:45:31
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Dopo quasi due anni Carlo Verdone torna al Cinema e sceglie come attore principale la fragilità psicologica che contraddistingue quest'epoca.
Si tratta del racconto di un gruppo di analisi formato da 8 persone che di colpo si ritrova orfano dell'anziana analista che muore proprio durante una delle loro sessioni di gruppo.. durante i funerali i nostri decidono che hanno comunque bisogno di continuare i loro incontri per cercare di risolvere i relativi problemi.. purtroppo il tutto non sarà così semplice ma vi anticipo un campestre lieto fine.
Dal punto di vista filmico trovo che verdone abbia ben amalagamato le varie fobie, problemi e malattie che tutti conosciamo trovando per ciascuno di questi il "personaggio/attore" adatto.
Abbiamo gegè (Carlo verdone) quarantenne con amante velina iperpillolato e succube di un padre padrone, poi c'è Flavia (margherita buy) appassionata di scarpe e sfortunata con gli uomini (di solito già sposati); Ernesto (Antonio Catania) masochista marito infelicemente sposato a sadica moglie che lo costringe ad una vita da pendolare notturno.. (trovata geniale!); Luca (Max Amato) è un nevrotico critico d'arte gay anche lui innamorato di un uomo sposato e con cui non riesce a tagliare i ponti; Gabriella (Lucia Sardo) che rappresenta la tipica donna di mezz'età che non vuol invecchiare e che per questo cade vittima di incredibili situazioni; Marco (Stefano Pesce) è un ipertecnologico single che non socializza facilmente; Chiara (anita caprioli) è la classica ragazza bulimica con problemi sentimentali che si rifugia in amori virtuali sempre deludenti..

Un film piacevole che tra risate sincere e riflessioni sorridenti lascia passare un oretta e mezza con serenità.. alla fine si riflette sulle piccole grandi manie che sono diventate la normalità.. oppure è la normalità che si è trasformata in mania.

Il mio applauso alla bella Margherita Buy e all'attore e regista Carlo verdone di cui ho apprezzato la famosa gestualità che questa volta ha saputo dosare senza eccedere..

Un bel seguito sul tema psicanalisi dopo il famoso "Maledetto il giorno che ti ho incontrato".

Ciao!

Beppe Andrianò