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Schumann-Quintetto in mi bemolle maggiore op.47

Stampato da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=3020
Stampato il: 22/12/2024

Tema:


Autore Tema: Monica
Oggetto: Schumann-Quintetto in mi bemolle maggiore op.47
Inserito il: 23/01/2003 12:27:32
Messaggio:

Cari amici,
martedì sera a Palazzo Reale ho ascoltato per la prima volta questo superbo lavoro di Robert Schumann (Germania 1810-1856), una meraviglia indimenticabile.
Spesso penso, e lo dicevo a Elena, a quanti tesori musicali mi sono ancora sconosciuti, mi piacerebbe possederli tutti magicamente, ma forse questo toglierebbe lo stupore e il piacere della scoperta.

Il Quintetto in mi bemolle maggiore op. 47 per archi e pianoforte fu composto verso la fine del 1842 e dedicato all'amata moglie Clara, che Schumann sposò nel 1840, malgrado l'opposizione del padre di lei.
Il loro fu veramente un matrimonio d'amore e, quando i disturbi nervosi del grande musicista si fecero più gravi (nel 1854 tentò il suicidio), fino a portarlo al ricovero in una casa di cura dove trascorse gli ultimi anni, Clara non lo abbandonò mai.

Ma andiamo oltre queste note biografiche e parliamo di questo sublime Quintetto, che abbiamo ascoltato in un'impeccabile esecuzione del Quintetto Lombardo, con il bravissimo primo violino Mauro Rossi.

Posso dirvi che questo capolavoro mi ha donato emozioni fortissime, bellissimo e di una naturalezza disarmante che mi ha davvero preso il cuore.
I tempi sono 4; il primo è un "allegro" pieno di impeto, affidato ai 5 strumenti (2 violini, 1 viola, 1 violoncello e 1 pianoforte).
Il secondo tema, in sonorità "piano", è quello che maggiormente mi ha coinvolto; lo sviluppo elabora, tra l'altro, un frammento del primo motivo, in un'atmosfera leggermente inquieta.
Il movimento seguente, "in modo d'una marcia", presenta una scrittura essenziale e si raccoglie con un senso di fatalità nel tema esposto dal primo violino.
L'ultimo movimento è un "allegro ma non troppo", imparentato nel clima al primo tempo.
Non sono in grado di dilungarmi oltre, perchè non posseggo (aimè) le conoscenze tecniche necessarie, ma, da appassionata, raccomando vivamente l'ascolto di questo capolavoro del Romanticismo musicale.

SALUTI E BACI A TUTTI - MONICA

Replies:


Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 23/01/2003 18:31:25
Messaggio:

Bella l'osservazione di Monica sul grande entusiasmo che sa suscitare la musica e io aggiungo,musica di qualsiasi natura purché buona.

Ci sarebbero anche alcune osservazioni interessanti da fare sulla serata, capire cioè il senso dell'intervento del musicologo Quirino Principe nella sala attigua, detta delle cariatidi,che non riguarda la musica di Schumann, ma faceva parte di un tutto unico con la prima parte della serata....compreso i deliziosi Panettoncini ben infiocchettati,che sono riuscita a mettere, in mano ad ogni intervenuto del nostro gruppo!

Che ne pensi Monica?

Ciao a tutti
Elena


Topic author: Monica
Replied on: 24/01/2003 11:42:49
Messaggio:

Cari amici,
ieri sera ero a cena da un caro amico diplomato al Conservatorio di Milano in flauto traverso, dunque molto più esperto di me in questioni musicali.
Ho scoperto che possiede una vecchia incisione del Quintetto in questione, uscita, se non ricordo male, nel '92 in allegato alla rivista "Amadeus"; ebbene, ho riascoltato questa meraviglia di Schumann e mi sono accorta di un errore commesso nel descrivervi i movimenti del Quintetto.
Precisamente, la successione è questa:

ALLEGRO BRILLANTE
IN MODO DI UNA MARCIA
SCHERZO
ALLEGRO MA NON TROPPO

Siccome, il mio era un tentativo di "farcire" con qualche nozione tecnica delle sensazioni che desideravo trasmettervi (ed era un tentativo fatto a memoria), in poche parole ho omesso un movimento, lo "scherzo", mentre il "piano" al quale ho accennato è il secondo tema, interno al primo movimento.
Il mio amico mi spiegava che i tempi del quintetto sono appunto 4, ma presentano varie cerniere interne; una di queste è il "piano" che io ricordavo, che, tra l'altro, è quella che mi ha
maggiormente coinvolto.

Quanto all'intervento del musicologo Quirino Principe, non aveva alcuna relazione con Schumann e neanche con gli altri bellissimi Quartetti di Mozart (in sol maggiore K 156 e in fa maggiore K 158) che abbiamo ascoltato; le sue erano considerazioni sulla storia della musica, legate alla concezione di "modernità" (e qui ci sarebbe davvero da parlare fino a domani), dal momento che a Palazzo Reale è in corso una mostra sulla modernità, dove, combinazione, ho potuto ammirare alcuni bei "manifesti d'autore".
Devo dire, cara Elena, che le osservazioni del grande musicologo mi sono sembrate un tantino catastrofiche; è vero che alla musica le istituzioni non riservano l'attenzione che meriterebbe e che Milano vanta ora un solo teatro d'opera e non due come ai tempi della dominazione austriaca, come ci faceva notare Quirino Principe, ma è anche vero che tanti nuovi spazi per la musica sono nati di recente, dall'Auditorium al rinato teatro Dal Verme agli Arcimboldi (che resteranno anche quando il Teatro alla Scala tornerà nella sua sede naturale, sperando che non ce lo stravolgano troppo - che paura!).
Poi, non mi dilungo in considerazioni su quanto detto circa la bontà della dominazione austriaca a Milano, legate, certo, al discorso musicale, ma non credo valide in altri ambiti....

SALUTI E BACI DA MONICA


Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 25/01/2003 10:38:47
Messaggio:

W V.E.R.D.I osannavano i Milanesi nell'Ottocento, anche quelli dei ceti meno abbienti e meno accolturati.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Mi sembra che Q. Principe abbia fatto revisionismo storico.

Aveva accennato,prima che io mi allontanassi alquanto perplessa, al fatto che a Milano fosse nata la Società del Quartetto, che era il veicolo della diffusione della musica tedesca,di tipo prevalentemente strumentale e liederistico in opposizione al melodramma italiano. Fa riferimento a questo proposito alla Casa Editrice Ricordi, che pubblicava G. Verdi e alla piccola tipografia Lucchi, divenuta casa editrice fino a che non venne assorbita dalla Sonzogno, che comunque pubblicava anch'essa autori italiani,tra i quali ricordo Mascagni.

Anch'io mi sono risentita alle affermazioni sulla bontà delle dominazione austriaca a Milano.

Dopo il 1848 ben centoventimila milanesi, più della metà degli abitanti di Milano, emigrarono in Piemonte.
In seguito un numero impressionante di istituzioni benefiche per ovviare allo stato di povertà e degrado in cui si trovava la città, a cura dei Milanesi e non certo degli Austriaci.

I giardini pubblici di Porta Venezia con il Museo di Storia Naturale, la costruzione del lussuoso Palazzo Reale per alloggiare i reali rampolli di Maria Teresa d'Austria, il Teatro alla Scala, teatro a palchi, cioé un condominio ante-litteram,come era in voga allora, dovevano dare un'immagine di quasi piccola capitale della città più occidentale dell'Impero Absburgico e non per fare di Milano una città di cittadini liberi di svolgere le loro attività ( qualcuno ha letto Carlo Porta?).

Non dimentichiamo la Compagnia della Teppa che molestava inermi cittadini e che era tollerata dagli Austriaci, che però mettevano in galera per reati d'opinione e non gli implacabili picchiatori ( cfr Rovani-I cento anni) i "teppisti".... per non parlare di come erano mal messe le altre province lombarde, Cremona ad es. che non erano dotate di fognature.

A Milano si moriva di fame e di tubercolosi... ma credo di essere abbondantemente fuori tema a meno di non volere scrivere un saggio approfondito sui rapporti tra musica e società nell'Ottocento a Milano,magari a 4 mani con Monica, come stiamo facendo ora...

Varrà la pena fare un giro apposito alla mostra organizzata per il centenario dell'Università Bocconi,ho già intravisto alcune chicche...

Elena

Edited by - elenafior on Jan 25 2003 17:37:00


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