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"Spoon River"

Stampato da : Concerto di Sogni
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Stampato il: 22/12/2024

Tema:


Autore Tema: Grazia
Oggetto: "Spoon River"
Inserito il: 29/04/2003 18:20:50
Messaggio:


Il poeta americano Edgar Lee Masters, tra il 1914 e il 1915, pubblicò sul "Mirror" di St. Louis, una serie di poesie, raccolte poi nell' "Antologia di Spoon River".
Narrava la vita di 244 personaggi che vivevano in un paesino di Spoon River. In realtà si ispirò a personaggi realmente esistiti nei paesini di Lewistown e Petersburg, vicino a Springfield (la città dei Simpson?).
La storia della pubblicazione in Italia è particolare: durante il ventennio fascista la letteratura americana era osteggiata dal regime, la prima Edizione Italiana porta la data del 9 marzo 1943.
Fernanda Pivano racconta ,che era una ragazzina, quando vide per la prima volta "L'Antologia di Spoon River", gliel'aveva portata Cesare Pavese, e fu subito un colpo di fulmine, appena lesse qualche poesia rimase senza fiato. Quindi iniziò a tradurre in italiano le poesie, Pavese poi la convinse a pubblicare il manoscritto tradotto.
Nel 1971, Fabrizio De Andrè, pubblicò l'album "Non al denaro, non all'amore nè al cielo" tratto dall' "Antologia di Spoon River".

De Andrè scelsce 9 poesie e le trasformò in canzoni.
Le 9 poesie toccano due grandi temi: "L'Invidia" (un matto, un giudice, un blasfemo, un malato di cuore) e la "Scienza" (un medico, un chimico, un ottico).

"Il suonatore Jones" è l'unico a cui De Andrè lascia il nome.
Infatti nelle poesie originali, ogni personaggio ha il suo nome, invece nelle canzoni i titoli sono generici, per evidenziare che le storie sono esempi di comportamento umani e si possono trovare ovunque.
"Il suonatore Jones" invece è unico, rappresenta l'alternativa alla vita, vista come lotta per raggiungere i suoi scopi.
Per tutta la vita, il suonatore Jones, ha fatto quello che più gli è piaciuto e per questo muore senza rimpianti. Questo personaggio, era il preferito da De Andrè. Le canzoni dell'album sono scritte da De Andrè insieme a Giuseppe Bentivoglio per quanto riguarda i testi e a Nicola Piovani per le musiche. Questo è il II album a "tema" dopo
"La Buona Novella". Gli arrangiamenti sono fondamentali, alcune di queste canzoni non renderebbero se accompagnate solo con la chitarra.
In particolare "un ottico" parte come una classica ballata ma poi si apre a suggestioni psichedeliche e a mille voci che si rincorrono.
Proprio a causa degli arrangiamenti tanto sofisticati, questi pezzi, non venivano eseguiti spesso nei concerti, l'unica canzone riproposta è "un giudice" che La Premiata Forneria Marconi arrangiò egregiamente negli storici concerti del 1979.
Dice la Pivano: "Fabrizio ha fatto un lavoro straordinario, ha riscritto le poesie rendendole attuali, sia Masters che Fabrizio sono due grandi poeti, tutti e due pacifisti, tutti e due evocatori di quelli che sono stati i nostri sogni. Poi Fabrizio sarà sempre attuale, è un poeta di una tale levatura che scavalca i secoli".

A Fabrizio chiesero: "Ha dei rimpianti?"
rispose: "No. Ho sempre impostato la mia vita in modo da morire con trecentomila rimorsi e nemmeno un rimpianto."
(F.De Andrè, nel 1967).

Scrivo qui di seguito le parole della canzone "Il Suonatore Jones" e la poesia in versione originale di E.L.Masters con la traduzione in italiano di F.Pivano:

"Il Suonatore Jones"

In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa.
Sentivo la mia terra
vibrare di suoni
era il mio cuor,
e allora perchè coltivarla ancora,
come pensarla migliore.
Libertà l'ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.
Libertà l'ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
ad un ballo
per un compagno ubriaco.
E poi la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.
Finì con i campi alle ortiche
finì con un flauto spezzato
e un ridere rauco
e ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.


"Fiddler Jones" "Il Suonatore Jones"

The earth keeps some vibration / La terra ti suscita vibrazioni nel
going / cuore: sei tu.
There in your heart, and that is / E se la gente sa che sai suonare,
you. / suonare ti tocca per tutta la vita
And if the people find you can / Che cosa vedi , una messe di
fiddle, / trifoglio?
Why, fiddle you must, for all life/
What do you see, a harvest of clover?/
Or a meadow to walks through to / O un largo prato tra te e il
therwer? / fiume?
The wind's in the corn; / Nella meliga è il vento;
you rub your hands / ti freghi le mani
For beeves here after ready / perchè i buoi saran pronti
for market; / al mercato;
Or else you hear the rustle of / O ti accade di udire un fruscio
of skirts / di gonnelle
Like the girls when dancing at / Come al Boschetto quando ballano
Little Grove. / le ragazze.
To Cooney Potter a pillard of dust / Per Cooney Potter una pila di
polvere
Or whirling leaves meant ruinous / O un vortice di foglie volevan
drouth ; / dire siccità;
They look ed to me like Red-Head / A me pareva fosse Sammy Testa-
Sammy / Rossa
Stepping it off, to "Toor-A-Loor". / Quando fa il passo sul motivo
di "Toor-A-Loor".
How could i till my forty acres / Come potevo coltivare le mie
terre
Not to speak of getting more, / -non parliamo di ingrandirle-
With a medly of horns, bassoons / con la ridda di corni, fagotti
and piccolos / e ottavini
Stirred in my brain by crows and / che cornacchie e pettirossi mi
robins / muovevano in testa,
And the creak of a wind-mill only / e il cigolio di un molino a
these? / vento - solo questo?
And i never started to plow in my / Mai una volta diedi mani
life / all'aratro,
That some one did not stop in the / Che qualcuno non si fermasse
road / nella strada
And take me away to a dance or / E mi chiedesse per un ballo o
picnic . / una merenda.
I ended up with forty acres; / Finii con le stesse terre;
I ended up with a broken fiddle. / Finii con un violino spaccato.
And a broken laughiand a thou sand / E un ridere rauco e ricordi;
And not a single regret. / E nemmeno un rimpianto.

Grazy

Replies:


Topic author: Paolo_Talanca
Replied on: 30/04/2003 22:33:18
Messaggio:

Cara Grazia, come poter lasciar passare inosservato un messaggio così bello e significativo sul più grande poeta che il mondo cantautoriale italiano abbia mai avuto?

Da tempo ascolto e riascolto le canzoni di De André... non mi va di recensire ancora le sue canzoni perché la sua vena poetica non permette di tralasciare dettagli importanti, e poi la sua capacità di sintesi richiede uno studio serio ed approfondito, per il quale non basta la semplice passione.

A parte queste noiosissime considerazioni posso assicurarti che mi viene la pelle d'oca ogni volta che la voce di Fabrizio mi parla del malato di cuore che non può "bere alla coppa d'un fiato"... "e ti tieni la voglia, e rimani a pensare come diavolo fanno a riprendere fiato".
Mi stupisce e mi coccola la voglia di vita e libertà del suonatore Jones, la tenera cinicità del Chimico, che non comprende la sua vita priva di primavera, che riesce a non capire l'amore solo tramite le sue formule e la loro inspiegabilità:

"Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare
guardate l'ossigeno al suo fianco dormire:
soltanto una legge che io riesco a capire
ha potuto sposarli senza farli scoppiare.
Soltanto la legge che io riesco a capire."
Potrei andare avanti all'infinito...

Presto recensirò su questo sito alcune di queste canzoni di De André, nel frattempo voglio documentarmi sul serio per non lasciare nulla al caso.

Cosa ne pensi della "Buona Novella" o di "Storia di un impiegato"?

So che si può vivere
non esistendo,
emersi da una quinta,
da un fondale,
da un fuori che non c'è se mai nessuno
l'ha veduto.

Edited by - clab101 on Apr 30 2003 22:34:33


Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 30/04/2003 22:41:32
Messaggio:

Grazie Paolo,avevo proprio pensato come sarebbe stato bello avere le tue preziose recensioni su Fabrizio De Andrè, riprendendo il discorso lanciato da Grazia.
A me piace tutto ciò che scrivi con grande passione e competenza.
Sarò veramente felice di leggere ciò che scriverai di De Andrè,cantautore che ho sempre amato.
Elena


Topic author: Grazia
Replied on: 03/05/2003 18:15:10
Messaggio:


Carissimo Paolo, sono contenta che anche tu ami F. De Andrè, piace sempre, anche ai giovani, penso sia stato uno dei più grandi cantautori italiani (senza niente togliere agli altri), ma lui era speciale, unico, un grande poeta e cantante, le sue canzoni ti entrano nell'anima e nel cuore.
Quando mi ritrovo, con i miei amici, cantiamo sempre qualche canzone di De Andrè: "Bocca di Rosa" (la mia preferita) e poi "Marinella",
"Il Pescatore", "Il malato di cuore"... , "Il Suonatore Jones"..ecc..
é sempre un piacere cantarle accompagnate dalla chitarra.
Riguardo all'album "La Buona Novella" (1970), penso sia un vero capolavoro, anche se non l'ho ascoltato tutto, ma ho letto i testi, è un modo di interpretare la religione, tra un verso e l'altro filtra l'ironia dell'uomo che ha bisogno di fede e fede non ha trovato.
Conosco solo "Il Testamento di Tito", le parole le trovo dolci e crude allo stesso tempo, ma profonde e significative.

Ecco le parole:

Tito:
"Non avrai altro Dio all'infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
Ma forse era stanco, forse troppo occupato,
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco,
forse troppo lontano,
davvero lo nominai invano.
Onora il padre, onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perchè le chiedevi un boccone:
Quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Il quinto dice non devi rubare
E forse io l'ho rispettato
vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato,
ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.
Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami
così sarai uomo di fede.
Poi la voglia svanisce e il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore:
Ma non ho creato dolore.
Il settimo dice non ammazzare
se del cielo vuoi essere degno.
Guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno:
Guardate la fine di quel Nazzareno
e un ladro non muore di meno.
Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino,
e scordano sempre il perdono:
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Non desiderare la roba degli altri
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa.
Nei letti degli altri già caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.
Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole aldilà delle dune
a violentare altre notti:
Io nel vedere
quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore".


Anche l'album "Storia di un impiegato" (1973), non l'ho ascoltato tutto ma ho letti i testi, molto belli e profondi e significativi.
Inizia con la canzone di Maggio (da un canto francese del 1968), in cui ricorda la lotta degli studenti. Mi piace molto la canzone d'amore:

"Verranno a chiederti del nostro amore"

Quando in anticipo sul tuo stupore
verranno a chiederti del nostro amore
a quella gente
consumata nel farsi dar retta
un amore così lungo
tu non darglielo in fretta,
non spalancare le labbra
ad un ingorgo di parole
le tue labbra così frenate
nelle fantasie dell'amore
dopo l'amore così sicure
a rifugiarsi nei "sempre"
nell'ipocrisia dei "mai"
non sono riuscito a cambiarti
non mi hai cambiato lo sai.
E dietro ai microfoni
porteranno uno specchio
per farti più bella
e pesarmi già vecchio
tu regalagli un trucco
che con me non portavi
e loro si stupiranno
che tu non mi bastavi,
digli pure che il potere
io l'ho scagliato dalle mani
dove l'amore non era adulto
e ti lasciavo graffi sui seni
per ritornare dopo l'amore
alle carezze dell'amore
era facile ormai
non sei riuscita a cambiarmi
non ti ho cambiata lo sai.
Digli che i tuoi occhi
me li han ridati sempre
come fiori regalati a maggio
e restituiti a novembre
i tuoi occhi come vuoti a rendere
per chi ti ha dato lavoro
i tuoi occhi assunti da tre anni
i tuoi occhi per loro,
ormai buoni per setacciare spiagge
con la scusa del corallo
o per buttarsi in un cinema
con una pietra al collo
o troppo stanchi per non vergognarsi
di confessarlo nei miei
proprio identici ai tuoi
sono riusciti a cambiarci
ci sono riusciti lo sai.
Ma senza che gli altri
non ne sappiano niente
dirmi senza un programma
dimmi come ci si sente
continuerai ad ammirarti
tanto da volerti portare al dito
farai l'amore per amore
o per avercelo garantito,
andrai a vivere con Alice
che si fa il whisky distillando fiori
o con un Casanova che ti promette di
presentarti ai genitori
o resterai più semplicemente
dove un attimo vale un altro
senza chiederti come mai,
continuerai a farti scegliere o
finalmente sceglierai.

Troppo belle! Dovevo scriverle, rendervi partecipi.
Spero di leggere una tua recensione al più presto.
Ciao.

Grazy


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