La terrazza dei ricordi
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22/12/2024
Tema:
Autore Tema: elisabetta
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La terrazza dei ricordi "LA TERRAZZA DEI RICORDI” elisabetta Per ordini ed informazioni: Replies:
Inserito il:
12/05/2003 20:35:57
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romanzo di Maria Elisabetta Loricchio
Edizioni della Laguna
Non è facile presentare se stessi e il proprio lavoro a persone che non sanno nulla di te. O che ti conoscono appena. Prima di tutto chi sono io?
Sono una persona che è innamorata della cultura ebraica. Della religione ebraica. Della letteratura ebraica. Della musica ebraica.
Ho iniziato ad occuparmi di ebraismo quasi per caso.
Durante i primi anni di università avevo sentito nominare Graziadio Isaia Ascoli da un insegnante che non ne sapeva quasi nulla e ciò mi incuriosì. Iniziai così ad informarmi su chi fosse stato. Sui libri ovviamente si trovava quasi esclusivamente l’aspetto linguistico. Poco della sua vita e poco del suo ruolo civile.
Così questo nome iniziò a frullarmi in testa. Quando fu il momento di scegliere il mio argomento di laurea lo proposi ad un professore della mia facoltà. Ma era un professore di italiano, per cui ciò che lui propose fu una tesi per lo più compilativa su Ascoli glottologo. Iniziai così a mettere nel mio piano mio studio esami come filologia linguistica e storia della lingua.
Poi lui decise di darmi come correlatore un professore da poco arrivato all’università di Trieste, il professor Fulvio Salimbeni, un uomo pieno di entusiasmo, che insegnava però storia moderna e contemporanea.
Quando parlai con lui di Ascoli notai subito che l’argomento lo interessava anche perché se ne era occupato spesso dal punto di vista storico e politico.
E così quel giorno una parte importante della mia vita cambiò. Chiesi a lui la tesi in storia moderna su Ascoli come intellettuale dell’Ottocento. E fu un lavoro entusiasmante che mi portò a fare ricerche, che ancora porto avanti, nelle comunità ebraiche di Trieste, di Venezia, di Milano e di Roma.
Ma l’incontro decisivo avvenne a Milano al Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea quando incontrai Michele Sarfatti. Rimasi a Milano alcuni giorni e feci lì alcune ricerche bibliografiche e consultai alcuni periodici ebraici. Quando per poco parlai col dott. Sarfatti nel suo studio, credo che lui neppure se lo ricordi, parlammo di Ascoli e della possibilità di trovare eventuali discendenti.
Lui si occupava di Shoà e di leggi razziali e stava tentando di ricostruire l’albero genealogico della famiglia Ascoli. Insieme ne venimmo a capo. Ed in quel momento io sentii un legame con il mondo ebraico che non si è ancora spezzato, ma che negli anni si è sempre di più rinforzato. Dopo la laurea, circa dieci, undici anni fa, iniziai a leggere autori come Roth, Singer, Potok, Levi e a conoscere quel mondo scomparso, di cui parla Roman Vishniac attraverso le sue fotografie.
Scoprii che anche a Gorizia rimaneva una forte traccia di quel mondo ebraico nel ghetto e nella Sinagoga. A quel tempo c’era solo un vigile urbano, Claudio Bulfoni, che se ne occupava volontariamente per il Comune e che faceva su richiesta le visite guidate. E così iniziai ad andare nella Sinagoga quando era aperto, a chiacchierare con lui e ad imparare da lui.
Poi una sera, la ricordo ancora come se fosse oggi, andai a casa del sindaco di allora che io in realtà non conoscevo, ma che conosceva la mia famiglia, e gli chiesi di potermi occupare volontariamente della Sinagoga con il sig. Bulfoni. E lui mi diede fiducia e mi fece fare una copia delle chiavi che ancora possiedo.
Da quel giorno sono passati più di dieci anni ed il mio interesse per il mondo ebraico è aumentato. Sono allora entrata nell’associazione Amici di Israele e con mio marito e con alcuni amici abbiamo dato sempre più impulso alle attività, facendo conoscere la ‘nostra Sinagoga’ e il ‘nostro’ museo, la cultura ebraica e quella israeliana.
Attraverso l’associazione ho incontrato persone eccezionali in questi anni. Persone che mi hanno dato entusiasmo e passione per questo mondo. Per questa cultura. E per Israele. Lo nomino per ultimo perché è stata la mia ultima ‘passione’, perché l’ho scoperto più tardi rispetto all’ebraismo della diaspora. Ho letto Yehoshua, Grossman, Oz. Ed è stato subito amore, un amore sincero verso un popolo e una terra, che io sento mia a livello emozionale.
E questo romanzo nasce proprio da questo amore.
Il libro è dedicato a mio padre, un padre che ho tanto amato, con cui ho potuto vivere solo i primi undici anni della mia vita. E forse leggendo queste pagine, vi accorgerete che anche queste quattro ragazze hanno o hanno avuto un rapporto molto coinvolgente in senso positivo, o talvolta negativo, proprio con il loro padre.
Forse le quattro ragazze del romanzo, Anna, Ester, Sara e colei che racconta, l’io narrante, che in realtà non ha un nome, sono tutte e quattro un po’ me stessa, fanno tutte parte di me.
I fatti sono per lo più inventati, talvolta drammatizzati, ma le emozioni sono emozioni che ho conosciuto, vissuto o che ho immaginato di provare.
Le storie forse sono quelle che avrei voluto vivere o che forse un po’ ho vissuto, e non solo scrivendole.
Vi voglio sono dire che anche l’ambientazione in cui il romanzo si svolge, non è casuale. Ho cercato di trasporre sulla carta le sensazioni che visitare città come Praga o come Budapest o il Lager di Dachau mi hanno lasciato dentro e ho tentato di trasferire queste sensazioni nelle mie quattro amiche.
Ho ambientato la storia anche anche a Gorizia, la mia città, perché fa parte della mia identità. Ed a Trieste, dove ho studiato, perché è una città che amo, non quanto Gorizia, ma perché è una città, che mi ha fatto provare sempre molti sentimenti, anche contrastanti fra di loro. E poi Venezia, la Venezia del vecchio ghetto, che amo e che ho amato tantissimo.
Veniamo ora al modo in cui il romanzo è nato. Io già da ragazzina scrivevo racconti e poesie. Forse non è un caso che il mio primo racconto, scritto a poco più di 14 anni, era una storia d’amore di poco più di due pagine fra una ragazza israeliana e un ragazzo palestinese, durante la guerra del Kippur.
Io ho sempre scritto da quando avevo più o meno l’età della ragione. Ho avuto dei periodi in cui prediligevo la poesia, altri in cui prediligevo il saggio di argomento storico , altri in cui prediligevo il racconto.
E non solo da questa grande passione che ho da quando ero adolescente, da quando scrivevo su una vecchissima macchina da scrivere di mio nonno, (un nonno che ricorda molto quello di Ester, o quando invece di studiare, scrivevo, ma soprattutto in queste pagine c’è tutto il mio amore per l’ebraismo, essenziale punto di riferimento della mia anima e della mia cultura.
In questo caso sono nate prima le vicende che le ragazze raccontano, sotto forma di quattro racconti, che poi sono stati immessi in una cornice, cioè in una storia.
Poi usando il ricordo e la memoria, che sono così importanti per l’ebraismo ed anche per me, ho immesso in questa cornice altri piccoli eventi o avvenimenti, accaduti alla ragazza che racconta, o a lei e ad Anna, che fra tutte è forse l’amica più preziosa. Dal punto di vista dello stile ho cercato di coinvolgere il più possibile il lettore, con frasi spesso semplici e concise, soprattutto per creare apprensione ed attesa, usando spesso la tecnica del flash-back e del ricordo nel ricordo. E sto pensando ad una continuazione...
Sono tutte storie di ricerca. Anna ricerca l’amore di David, Ester ricerca l’amore del padre, Miriam ricerca l’amore di un popolo e l’io narrante che ricerca se stessa nel suo rapporto con Jan.
Sono storie che si ambientano ognuna in una luogo diverso.
Anna abita a Gorizia, lavora in Comune ed aiuta Ester ad occuparsi del museo ebraico e della Sinagoga;
Ester cerca suo padre a Budapest passando per il dolore di Dachau;
Miriam riscopre l’origine ebraica attraverso l’amore per il nonno;
l’io narrante, che abita a Trieste, cerca l’amore per le strade di una Praga che non è ancora libera.
David incontra Anna attraverso un libro di poesie, si innamora di lei ma la abbandona seguendo i fantasmi di un passato che si è abbattuto su di lui dopo la morte della madre e di cui non riesce a liberarsi, e che solo in Israele risolverà, ritrovando la serenità per amarla.
EDIZIONI DELLA LAGUNA
Mariano del Friuli (Gorizia)
tel. 0481 / 69132
FAX 0481 /69540
Topic author: Beppe Andrianò
Replied on: 18/05/2003 18:29:56
Messaggio:
Imperdonabilmente ho lasciato passare del tempo prima di avvicinarmi ad una recensione di questo intenso libro di Elisabetta. Effettivamente fù una bellissima sorpresa per me ricevere questo testo pochissimi giorni dopo che Elisabetta si unì a noi su Concerto di Sogni. Dalla ricezione lasciai passare circa 10 giorni (sono un tipo che ama decantare) in modo da ricavare quei tre quattro giorni che stimavo per poter leggere il tutto. Beh.. sappiate che ho "divorato" il libro in un giorno.. e non perche' fosse piccino! ma il ritmo appassionava e toccava tematiche che mi interessavano, mi lasciava scoprire eventi e fatti e cose.. ero diventato ingordo. Sicuramente Elisabetta dovrebbe scrivere ancora proprio per questo suo stile che abbiamo anche imparato ad apprezzare qui dove lei ha lasciato il terreno della poesia per quello della narrativa..
Trovo che i personaggi rappresentino nell'unità quella donna formata dai tanti diversi caratteri.. ognuna delle interpreti porta una visione della vita, di se e delle cose molto diversa, l'approccio alle cose è diverso.. l'abilità dell'autrice e' stata proprio quella di riuscire a caratterizzare queste donne pur lasciando dei ponti, dei tratti emotivi, di collegamento dell'una alle altre. Un testo assolutamente da consigliare sopratutto perche' ripropone il tema della memoria e del ricordo di quanto è accaduto.. non per nulla il titolo è proprio "La terrazza dei ricordi"
Complimenti sinceri all'autrice Elisabetta Loricchio.
Beppe Andrianò
Per la copertina a dimensioni reali clicca su :
http://it.geocities.com/concertodisogni/libri/la_terrazza_dei_ricordi.jpg
Topic author: lori adragna.
Replied on: 22/05/2003 10:55:32
Messaggio:
Cara Elisabetta, ti avevo chiesto notizie del tuo libro, ma esplorando "concerto" ho trovato la tua presentazione e informazioni su dove acquistarlo.
Adesso aspetto con ansia di leggerlo.
a presto
Lori Adragna
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