Io sole, te luna
Stampato
da : Concerto di Sogni
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Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: emofione
Oggetto:
Io sole, te luna TextTextText
Inserito il:
28/07/2003 12:01:17
Messaggio:
Profumo di erba, ghiaia ed alberi secolari di alcune primavere fa,
odore buono dei libri nuovi abbandonati da studenti stanchi di imparare e vogliosi di capire.
Sapore caldo e coinvolgente di testi vecchi che sonnecchiano, dimenticati alla biblioteca comunale.
Sto male. Un pensiero mi assale. Una rampa di scale.
Una lei che si muove e che sembra danzare. La noto, è incredibile, ha contorni di dune del deserto.
Da poco formatesi, all’inizio della tempesta di sabbia, quelle di fronte, delicate, appena accennate.
Curvilinee e piene, di rena bagnata e compatta quelle che anche ora mi impediscono il respiro e che siedono dietro sfidando la gravità.
Dolce sospiro del tempo che è stato, di un attimo, di anni, di un cielo increspato,
di te che non eri la stella polare, quella più grande e che voleva apparire,
ma sempre regnavi e non ti accorgevi
di essere bella, calda, di pietra smeralda.
Bambina da proteggere e da conservare. Piccola, delicata, quasi farfalla.
E donna da amare, ascoltare, da considerare. Rapida, sveglia, talvolta geniale.
Endemicamente femmina, in tutto e per tutto, da quella testa piena di idee, di guizzi, e pure di me, passando per il cuore fin da principio donato a chi sentivi puro alla stregua di te, fino ad arrivare ai piedi, lunghi, sottili, quasi infiniti come la tua capacità di sorprendermi di continuo ma con piccoli gesti.
Dolore di una ferita mai rimarginata, che non ti sanguina più solo perché l’hai congelata
rendendo la stagione gelida, scarna, bruciando quell’erba che noi germogliammo, dovunque essa fosse, davanti a quel parco o su una qualsiasi isola pedonale.
L’isola pedonale della vita, quella dove ti trovi, guardandoti intorno, sentendoti scioccamente libera, perché hai tante strade, senza renderti conto che il tuo mare è lontano. Ormai proprio non riesci più a vederlo…
E lui cambia rotta, non vuole agitarsi.
Ci regalammo i migliori momenti, quelli più intensi, della nostra esistenza.
Ora proviamo a camminare da soli facendo finta che il mondo sia senza.
Che tutto possa scorrere senza quegli uragani.
Che valgano più pensieri e parole, di quel piccolo ma intenso raggio di sole.
Sì, perché ogni incontro che fa nascere un amore diventa un raggio che infonde coraggio
e scalda le anime di tutti i sognatori, come un continuo mutuo soccorso. Un raggio si spegne, un altro compare. Continua a picchiare, ad elragire calore.
Che dico, colore. Alla vita che altrimenti traspare.
Per dono divino ci siamo scontrati, quel giorno che ormai sembra non essere mai esistito, fra banchi che furono attori e spettatori di pellicole anche famose, ma soprattutto del più bel film mai proiettato:
la storia siamo noi, nessuno si senta escluso…
Per dono, ripeto, destino, segnato! Ma
pérdono anche gli innamorati. Dunque
perdòno, bimba mia, perdono se provo a dimenticare.
Perdono.
Ti adoro, ora e per sempre.
E.
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