La verità a qualunque costo?
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22/12/2024
Tema:
Autore Tema: luisa camponesco
Oggetto:
La verità a qualunque costo? Luisa Replies:
Inserito il:
08/10/2003 12:26:03
Messaggio:
Eccomi qua ancora una volta a crucciarmi su quesiti esistenziali. Quando dire la verità e in che modo o quando conviene tacerla.
Giorni fà un'amica mi ha chiamato disperata, ad un controllo il medico le ha detto "signora lei ha un carcinoma". Certo qui la verità andava detta, magari con maggior tatto. Ma quando la verità è più dannosa di una bugia? Ci sono cose che sarebbe meglio non dire, dal momento che non cambierebbero i fatti ma procurerebbero solo un inutile dolore. Sono le conseguenze ad impensierirmi e allora cosa fare? Dire sempre la verità, tacerla o sostituirla con una pietosa bugia?.
Forse bisognerebbe valutare caso per caso.
Topic author: leda cossu
Replied on: 08/10/2003 13:50:47
Messaggio:
Io vedo che è un po' come ai bambini, non sono tutte uguali le loro reazioni quando devono andare dal dentista.
Ad alcuni glielo devi dire almeno tre giorni prima, fa parte del programma delle giornate... è un impegno come un altro... facciamo "il tagliando" ai denti ecc. Se glielo dici all'ultimo minuto vanno in ansia, si sentono impreparati.
Ad altri ... all'ultimo minuto e solo perchè serve, per strada... no giriamo di qua perché mi ha telefonato il dentista che ti vuole salutare.... Se glielo dici tre giorni prima si disperano tutto il tempo, non dormono, drammatizzano.
Ci sono malati terminali, anche medici, che hanno un tumore, ma si comportano come se non fosse vero, in modo diverso naturalmente.
C'è chi parla di guarigione anche tre giorni prima di morire ed altri che non vogliono nemmeno che si dica che sono malati e lo considerano un fatto passeggero.
La legge dice che... si deve dire, il buon senso e il rispetto per le persone ci dice che a volte bisogna dire pochissimo, quel tanto che basta per curarsi e soprattutto per non spegnere la speranza.
Speranza di che cosa, di una guarigione? No, di una qualità di vita la migliore possibile.
Ma se uno deve morire? Qualità di vita anche per lui.
E' il lavoro di ogni giorno, pensare ai giorni a venire che dà qualità alla vita, comportarci con un malato come una persona che c'è e vive ogni giorno, piuttosto che uno che ha già la sorte segnata.
Questo vale anche per le operazioni chirurgiche,, per i traumi che compromettono la nostra autonomia, e secondo me....per tutti i dolori del mondo.
Chi lo comunica con una mano, sull'altra dovrebbe aver scritto: speranza, fiducia nel trovare una soluzione di benessere, disponibilità a trovarla insieme.
Anche quando ci si allontana da un amore: sono quì, voglio il tuo bene, che tu segua la tua strada, anche se lontano da me. E' doloroso, ma forse ci sarebbero meno traumi, meno solitudine se sapessimo che un posto nel cuore di quell'uomo ce l'abbiamo sempre (o viceversa).
A volte non sono i risultati che contano, ma tutto il lavoro per raggiungerli.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità dà della salute questa definizione: "la S. è data dall'equilibrio psico-fisico di una persona".
Favorire il benessere significa appunto perseguire il massimo equilibrio possibile. Fino all'ultimo momento pensando alla vita. Quello che c'è dopo non compete a chi cura, quello che c'è in mezzo è solo un momento....di vita.
Leda
Topic author: ophelja
Replied on: 08/10/2003 13:58:22
Messaggio:
Mi piace risponderti con quanto già scritto da altri:
La verità è come la religione. Ha soltanto due nemici: il troppo e il troppo poco. Samuel Butler
Edited by - ophelja on Oct 08 2003 13:58:53
Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 08/10/2003 14:23:00
Messaggio:
Verità solo per le malattie o anche per altro?
Per le malattie: nel caso di mia mamma, le tenemmo nascosto tutto, perchè con il suo carattere temevamo molto a causa della sua eccessiva emotività. Era diventata un po' sorda e non capì la diagnosi della dottoressa, però alla prima visita mia mamma esclamò:
" mi ha fatto una visita oncologica..."
Morì serena, sospettava qualche cosa , ma la mancanza di certezza era importante.Aveva il mito della bellezza, della forza, del non ammalarsi mai...
Ci sono altre verità che bisognerebbe conoscere, su queste ci sarebbe da discutere ancora di più, essendo diversissime le casistiche.
Avrei voluto ad esempio sapere dalle maestre che aveva avuto mio figlio in terza elementare, dopo che cambiammo casa e scuola, che cosa pensavano di un bambino con il padre invalido e la madre musicista equivalente di tonta, secondo i loro canoni di valutazione.
Se l'avessi saputo gli avrei cambiato scuola immediatamente e non gli avrebbero rovinato la vita togliendogli la fiducia in se stesso, in un momento delicato, cambio di casa e il padre ricoverato in Francia per tentare di recupare parte di deambulazione.
Il recupero fu faticosissimo e dovetti dimettermi dal lavoro.
Questo è un caso in cui è meglio esternare per bene tutto ciò che si pensa,noi interlocutori ci arrabbiamo, però si sa come porre rimedio.
In altri casi, non saprei che dire,vanno valutate le situazioni di volta in volta.
Se si è bersaglio di valutazioni sbagliate....? Scriviamo in help on line - riflessioni- concerto di sogni...
E. F.
Elena
Edited by - elenafior on Oct 08 2003 15:17:11
Topic author: leda cossu
Replied on: 08/10/2003 15:29:19
Messaggio:
Prevenire è meglio che curare.
Conoscere tutto per modificare quello che si può. Per la salute e per la qualità della vita.
Intendevo solo parlare di lavoro da fare tutti i giorni... per evitare il dolore che si può evitare (certamente anche alcune iscrizioni scolastiche)
Quello che penso sia da mettere in discussione sono "le regole del dire tutto" quando la situazione non è modificabile in nessun modo. Solo in questo senso parlo di ...tutti i dolori del mondo. Le situazioni che sai già che non puoi cambiare.
E poi ogni persona ha la sua misura... se dico ad esempio ad un ragazzo di 20 anni che ha l'epatite C, che non guarirà mai, che dovrà fare cure invalidanti che...posso anche dirglielo dolcemente finché voglio e lui potrà anche essere equilibrato ed intelligente, volersi curare, ma esserne ugualmente distrutto proprio perché glielo ho comunicato tutto e subito, senza conoscerlo. Non sempre si tratta di dolcezza, ma di inesorabilità della malattia.
Per dire devi conoscere chi hai di fronte, potresti distruggere le risorse interiori di una persona. Potresti anche mandarlo fuori di testa, portarlo ad autodistruggersi. Comunicare in modo da suscitare risorse interiori dovrebbe far parte della stessa cura al malato.
Così per ogni persona ed ogni malattia invalidante, restando nel tema malattia.
Leda
Topic author: luisa camponesco
Replied on: 08/10/2003 15:59:57
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Il problema sul dire o meno la verità può estendersi anche a molti altri campi ed avere mille sfaccettature , ma sottoscrivo in pieno quanto voi tutte avete detto fin'ora.
Grazie dell'aiuto
Luisa
Topic author: Grazia
Replied on: 08/10/2003 18:57:38
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Io sono per la verità, deve essere detta comunque, certo nel modo dovuto.
Non bisogna creare false illusioni, questo vale in qualsiasi campo, sia nella malattia che in altri casi della vita.
Mio padre è stato malato tanti anni, senza sapere la verità, anche se intuiva che il suo male era inesorabile, continuava a crearsi delle speranze e noi soffrivamo a mentire, però non ci sentivamo di dire la verità.
Le situazioni sono tante ed ognuno ha un suo modo di apprendere la verità.
Anche nell'amicizia e nell'amore a volte idealizzi una persona che magari non merita il tuo amore, forse farebbe male conoscere la verità ma eviterebbe gravi errori.
Ciao.
Grazy
Topic author: lissa
Replied on: 12/10/2003 22:40:01
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ho sempre pensato che la verità viene prima di tutto.Ma forse evitare un dolore ad una persona a te cara non è proprio mentire.Mi è capitato di veder morire una persona a me cara e in quel momento e con una malattia terminale forse avrei taciuto.Ma spesso mi fermo a pensare: se mi fossi trovata nella stessa situazione non avrei avuto il diritto di sapere??un mio diritto...
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