^^^Dove tu non volevi ch'io restassi^^^
Stampato
da : Concerto di Sogni
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Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: Shirin
Oggetto:
^^^Dove tu non volevi ch'io restassi^^^ Era tornata.
Inserito il:
19/10/2003 23:20:52
Messaggio:
Non che ci fosse poi molto da dire.
C'era.
Come uno che sparisce e poi improvvisamente riappare.
"Dove sei stata?"
"Dove tu non volevi ch'io restassi"
E come poteva desiderare che lei, d'un tratto, fosse uscita dalla sua vita, così, d'improvviso, senza perchè, senza speranza, senza futuro.
Come un silenzio spaccato nell'anima. Una solitudine martoriata negli occhi.
E quante frasi, quante parole sarebbero scivolate via dalle sue labbra se l'avesse rivista viva, di fronte a lui, come poco prima che lei uscisse da quell'incrocio ed inevitabilmente si ritrovasse un camion davanti alla sua auto.
La cassa toracica era disegnata sulla schinea, le gambe affusolate su loro stesse, "vado a prendere le sigarette per te", le braccia stritolate dal volante "un giorno ti uccideranno, lo sai vero?" ed il viso frantumato dal vetro, ma con gli occhi sbarrati, lucidi e vitrei "torno subito amore".
Agonia.
Ma poi, un giorno, sì, era tornata.
Aveva aperto la porta con le chiavi di casa e dopo essersi messa la veste di seta si era intrufolata nel letto.
E lui, la mattina, l'aveva ritrovata lì.
"Dove sei stata?"
Voglio dire, tu pensi a tutto quello che vorresti dire, ad immaginare ogni più assurda domanda, ma poi non sai che fare di fronte allo scompiglio di un momento, forse l'ultimo che potresti ancora passare con chi hai amato e te ne resti lì, incantato, incredulo, a sfregarti gli occhi pieni di lacrime per lascia cascare in una voragine di dubbi una frase assurda, proprio come quella che pose lui:
"Dove sei stata"
"Dove tu non volevi ch'io restassi..."
Così, esattamente così, lui posò un piede a terra credendo di essere impazzito, pietrificato da tanta irreale bellezza, santità, dolcezza.
"Perchè... perchè?"
"Me ne sono andata per non lasciarti solo..."
"No, non c'è senso... Tu non esisti..."
"Hai desiderato più di te stesso ch'io tornassi, così preso dal tuo dolore per accorgerti ch'io non ti ho lasciato..."
"No, non è possibile, non capisco..."
Indietreggiò fino al muro piangendo.
"La vita spirituale è parallela a quella materiale, sono così vicini eppure non si sfioreranno mai, mai, ed oggi che ciò è avvenuto rinneghi qualcosa che non puoi capire, no, lo sapevo, non avresti capito... mai..."
Ed il momento folle, di assoluta magia, si consumò.
Sì consumò come se mai fosse trascorso.
Ricordava solo il lento passo della moglie giù per le scale, poi sulla strada, poi oltre, poi ta la folla e seppur lui volesse seguirla non riuscì a muovere un passo. Non lo fece ma più quel passo.
Forse fu il primo passo mai compiuto della sua vita, perchè cadde nella più completa schizzofrenia per il resto dei suoi giorni.
Possibile, mi chiedo, che nella sua malattia lui fosse riuscito a correre verso di lei, abbracciarla tra la folla per farsi scortare in un mondo in cui il cervello non conosce ragione, non vuole consapevolezza, solo librarsi della più infinita armonia tra vita terrena e spirituale.
Shirin
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