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Grave e dolorosa perdita per la cultura

Stampato da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=5859
Stampato il: 22/12/2024

Tema:


Autore Tema: Elena Fiorentini
Oggetto: Grave e dolorosa perdita per la cultura
Inserito il: 30/10/2003 16:18:24
Messaggio:

Se n'è andato ieri sera alle 1900 con accanto alcuni dei suoi fedeli allievi e ammiratori.
Aveva 82 anni,dopo le sue gloriose presenze nei teatri di tutto il mondo, si era dedicato all'insegnamento.
Tra i suoi allievi più noti alle masse Andrea Bocelli che aveva seguito con lui un Master Class e gli si rivolgeva sempre per consigli e pareri.
Uno dei quattro o cinque, forse, grandi tenori del Ventesimo secolo,
una voce calda e sensuale, una musicalità fuori del comune, un'alta professionalità nello svolgimento dei suoi ruoli: cantare in palcoscenico non è come cantare in una sala.

Lo chiamavano affettuosamente il«tenore d'alto fusto» perché alto un metro e ottantatre con un petto buono per portare corazze e gambe da far sognare le signore.

Da "La Stampa" unico giornale che si èoccupato della grave perdita, cito le seguenti annotazioni.

Lo chiamavano pure «il terzo uomo», perché venuto alla ribalta dopo Mario Del Monaco e dopo Giuseppe Di Stefano, pur avendo la stessa età del cantante siciliano.

Lo chiamavano «il Marlon Brando del melodramma» per i film che si era messo a girare.

Franco Corelli, l'anconetano più noto al mondo, tenore-eroe degli Anni Cinquanta e Sessanta, era bello, famoso e divo come un divo di Hollywood.

Con una voce non perfetta,[secondo me perfetta, Elena]] ma che sembrava stupenda per l'ampiezza, per gli acuti svettanti e i timbri cupi, per la sapienza drammatica e i brividi di emozione che dava.

Franco Corelli è morto a Milano, in un istituto dove era ricoverato da tempo.[da Pasqua del 2003, Elena]

Aveva 82 anni. Nato ad Ancona nell’aprile 1921, è stato uno dei più grandi interpreti espressi dalla tradizione canora italiana. Nella sua lunga carriera ha cantato nei maggiori teatri del mondo, in particolare al Metropolitan di New York.
da La Stampa

Le sue più celebri interpretazioni

1951: esordio in Carmen a Spoleto

1952: esordio a Roma in Giulietta e Romeo di Zandonai e Adriana Lecouvreur; Carmen alle Terme di Caracalla e Boris Godunov all'Opera di Roma.

1953: Norma all' Opera di Roma; Guerra e Pace di Prokofiev al Maggio Musicale Fiorentino; Pagliacci alle Terme di Caracalla; Carmen a Napoli.

1954: Don Carlo e Ifigenia in Aulide di Gluck a Roma; Agnese di Hohenstaufen di Spontini a Firenze; esordio alla Scala con la Vestale sempre di Spontini.

1955: esordio a Venezia con la Fanciulla del West; a Catania con Tosca, a verona con carmen e Aida; Giulio cesare di Handel a Roma.

1956 : Fedora a Milano.

1957: Andrea Chenier a Napoli e Palermo; Tosca a Londra.

1958 : Forza del Destino a Napoli; Pirata alla Scala; Eracle di Handel sempre alla Scala; Trovatore a Bologna.

1959 : Ernani alla Scala.

1960 : Poliuto a Milano.

1961 : Trovatore al Metropolitan di New York (esordio); alla Dcala con la Battaglia di Legnano di Verdi.

1962 : Gioconda a New York; Trovatore al Festival di Salisburgo; Ugonotti di Meyerbeer alla Scala.

1964 : Tosca,Don Carlo e Norma a Parigi; Trovatore a Chicago;

1966 : Turandot al Covent Garden;

1967 : Romeo e Giulietta di Gounod a new York;

1968 : Carmen al Maggio;

1970 : Tosca a Parigi; Turandot a Macerata;Don Carlo a Vienna.

1971 : Lucia e Werther al Metropolitan ; Norma a Parma ; Boheme a Macerata.

1972 : Aida e Ernani a Verona.

1973 : Macbeth al Metropolitan .

1974 : Carmen a Macerata.

1976 : Bohéme a Torre del Lago.

Nel 1976 si ritirò dalle scene.

Alle 1300 di oggi è andato in onda lo speciale della Barcaccia con Suozzo e Stinchelli su Radio tre ( Rai).
I due presentatori ci fecero ascoltare parecchie interviste di personalità dell'arte e della cultura. Si rammaricarono tuttavia che stampa e giornali ad es. Il Corriere della Sera che è di Milano dove Corelli viveva.
Dobbiamo anche osservare che il Maestro Franco Corelli fu un ottimo ambasciatore per il mondo il buon nome dell'Italia.

Associo il mio dolore a quello di coloro che l'hanno amato come artista e come uomo.

Replies:


Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 30/10/2003 16:23:57
Messaggio:

Franco Corelli


Sono riuscita a ridurre la foto.
In questo modo si può leggere la dedica al suo allievo cantante Mosè Franco che gli è stato vicino fino all'ultimo.
Elena


Edited by - elenafior on Oct 31 2003 09:19:07


Topic author: elle.emme
Replied on: 30/10/2003 17:33:32
Messaggio:

Purtroppo non ho mai avuto occasione di assistere ad una sua rappresentazione. Ne ho sempre sentito parlare in casa da mia mamma che ne parlava (scusate la ripetixione) in toni entusiastici. Se lo ricordava in coppia con la Callas in una indimenticabile e memorabile rappresentazione.
Chiedo conferme
(Io sono molto ignorante in materia)

Che peccato e ora chi ci rimane a rappresentare il bel canto lirico italiano nel mondo?.
Non ditemi Pavarotti per piacere

Laura

elle.emme


Topic author: elisabetta
Replied on: 30/10/2003 18:36:12
Messaggio:

devo dire che mi dispiace per la sua scomparsa... può sempbrare strano... ma io sono crescita con l asua voce... da ragazzina non ascoltavo musica leggera.... ma musica lirica dato che mio nonno era 'loggionista ' a Parma e mia madre è diplomata in pianoforte al conservatorio G.Verdi di Parma... io quando da piccola giocavo... cantavo l'Aida e il Trovatore... e mi ricordo la voce di Corelli... mi aha accompagnato nella mia infanzia.... GRAZIE per i bei momenti datomi !!!

elisabetta


Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 31/10/2003 09:26:31
Messaggio:

Tramite concerto di sogni, che ringrazio,ho potuto comunicare la notizia della morte di Franco Corelli.
La televisione e la stampa italiana hanno brillato per la loro vergognosa assenza, salvo l'articoletto de "La Stampa".
Per chi ne avesse il desiderio e la pazienza, qui di seguito riporto un articolo del NYtimes.
Sono comparsi articoli in tutte le lingue, compreso il cinese,il giapponese e il coreano.

Date: Friday, October 31, 2003 01:35:12

This article from NYTimes.com
has been sent to you by hippolatmu@hotmail.com.


Franco Corelli, Italian Tenor of Power and Charisma, and Pillar of the Met, Dies at 82

October 30, 2003
By ANTHONY TOMMASINI



Franco Corelli, the Italian tenor whose powerhouse voice,charismatic presence and movie-star good looks earned him the adoration of opera fans from the 1950's until his retirement in 1976, died yesterday in Milan. He was 82 and lived in Milan.

He had been suffering from heart problems, said Tony Russo,
a former manager.

The enthusiasm for Mr. Corelli among the rank and file of opera fans was not always shared by connoisseurs and critics. A largely self-taught singer who came to music late and considered voice teachers "dangerous people" and a "plague to singers," Mr. Corelli was faulted by some for the sheer athleticism and raw passion in his singing. Those same qualities drove other opera buffs to ecstasy.

Mr. Corelli was famous for shamelessly prolonging full-voiced, climactic top notes. On a pirated recording of his 1957 debut at the Royal Opera House in London, in Puccini's "Tosca," he holds Cavaradossi's defiant,high-note cry of "Vittoria!" in Act II for a full 12 seconds, causing the audience to erupt with bravos even as
the music continues.

During the 1960's the anti-Corelli sentiment among critics was epitomized by Alan Rich, who in a 1966 article for The New York Herald Tribune acknowledged the vibrancy and white heat of Mr. Corelli's singing, but considered him a throwback to an earlier era when, from Mr. Rich's perspective, musical compromises were common and stylistic refinement lacking. He is "not employed by an opera," Mr.Rich wrote. "He employs it to serve purposes it was not meant to serve."

But Mr. Corelli had plenty of defenders, including Harold Schonberg of The New York Times. Reviewing Mr. Corelli's Cavaradossi in a 1965 Met production with Maria Callas, Mr.Schonberg said that the tenor's voice "rolled through the house in a glorious manner." Noting the expressive liberties taken by Mr. Corelli, he added that the performance "had its own kind of logic."

Mr. Corelli was a greater artist than he was often given credit for. Displaying impressive curiosity and intelligence, he championed neglected operas, like Donizetti's "Poliuto," as well as contemporary works like Salvatore Allegra's 1946 "Romulus." He contributed significantly to the revived interest in the early-19th-century composer Gasparo Spontini by making his 1954 La Scala debut in "La Vestale," which also starred Callas, and by performing Spontini's grand German opera "Agnes von Hohenstaufen," an obscure work, at the Maggio Musicale in Florence.

He earned great respect from the fearsomely demanding Callas, who in Mr. Corelli finally had someone with whom she could act. To the soprano Birgit Nilsson, he was about the only tenor who could match her power in Puccini's "Turandot." Ms. Nilsson still enjoys telling the story of a 1961 performance they did of "Turandot" while on tour with the Met in Boston. Mr. Corelli was incensed that in a climactic moment of the second act Ms. Nilsson had held a high C longer than he had. So, in the third act, instead of placing a stage kiss on her cheek, he bit her in the neck.

After the performance she told Rudolf Bing, the Met's general manager, that she would not be able to continue on to Cleveland because she had been bitten by a tenor and had rabies. Though there were numerous witnesses to the event, Mr. Corelli always denied that it happened.

He did not deny the story of his angrily attacking a student in a third-tier box who heckled him at the opera house in Naples, Italy, during a performance of "Il Trovatore."
Outraged, Mr. Corelli bounded backstage, ran up three flights of stairs to the box and, finding the door locked, broke it down with his shoulder. In his Manrico costume, complete with sword, Mr. Corelli charged at the young man, but was restrained by two ushers.

He was so infuriated that he lost his voice for 20 minutes, returning to the stage just in time to sing what he always considered his greatest account ever of the call-for-revenge tenor aria "Di Quella Pira."

For all his temper, Mr. Corelli often suffered crippling nervousness before appearing onstage. His preperformance ritual included eating steak tartare heavily garnished with lemon and covered with pieces of raw garlic, a meal he consumed with scant regard for whichever soprano he was about to face in love duets.

Though the sheer physical presence of Mr. Corelli's sound was the most striking quality of his voice, he was capable of great poignancy and dulcet pianissimos.

As his career developed, so did his artistry. One cannot listen to his 1968 EMI Classics recording of Gounod's "Roméo et Juliette" and charge him with musical insensitivity. His French diction may not be idiomatic, and his phrasing lacks a certain French refinement. But he sings with lyrical opulence and strikes an affecting balance between ardency and tenderness.

***

Franco Corelli was born on April 8, 1921, in Ancona, part of a region of Italy that produced Beniamino Gigli, Mario Del Monaco, Renata Tebaldi and several other illustrious singers. His father was a ship worker and his family had no particular background in music. Born 10 yards from the Adriatic coastline, he loved the sea and enrolled in a naval engineering program at the University of Bologna. His studies were cut short when a friend, an amateur singer
impressed by Mr. Corelli's raw vocal talent, urged him to enter a competition. Though he lost, he was sufficiently encouraged to enter the Pesaro Conservatory of Music.

There he fared badly, working with two successive voice teachers who, he asserted, caused him to lose his upper register. For a while he tried to turn himself into a baritone, but soon gave up that idea. He decided to become his own teacher, which he did by listening endlessly to recordings of great tenors - Caruso, Lauri-Volpi, Pertile, Gigli - and imitating their stylistic nuances and vocal effects.

In 1951 he entered and won the respected competition of the Maggio Musicale in Florence. The prize was a debut at the Spoleto Festival that fall. His debut role was to be Radames in Verdi's "Aida," which he studied for three months with the conductor Giuseppe Bertelli. But feeling that he lacked the technical finesse and legato for the
role, he switched to Don José in Bizet's "Carmen," a role that can be pulled off with "explosive impulse," as he put it in a 1996 interview for Opera News.

Three months after his solid outing as Don José, he joined the Rome Opera, where he based himself for four years. His debut there came in 1953 in a difficult 1922 opera,Zandonai's "Giulietta e Romeo." Before long he was known for memorable accounts of the leading tenor roles in Giordano's "Andrea Chénier," Mascagni's "Cavalleria
Rusticana," Puccini's "Fanciulla del West" and "Bohème," and Verdi's "Aida," "Don Carlos" and "Ernani." His active repertory eventually included some 30 roles.

In 1958 he married Loretta di Lelio, whom he had met the year before when she came backstage for his autograph at the Rome Opera House. After their marriage, Mrs. Corelli gave up her fledgling career as a soprano to serve as her husband's devoted secretary, business manager, public relations agent, cook and English translator. She is Mr.Corelli's only immediate survivor.

The role of his Met debut on Jan. 27, 1961, was Manrico in "Il Trovatore"; it was a historic night that was also the Met debut of Leontyne Price as Leonora. In his Times review Mr. Schonberg wrote that Mr. Corelli's large-scaled voice was "produced explosively" and had "something of an exciting animal drive" about it. He cautioned that the dashing tenor's voice was not yet an "especially suave
instrument" and that his "art does need some refining and olishing." Six weeks later Mr. Corelli appeared opposite Ms. Nilsson in "Turandot," the Met's first production of the opera in 30 years.

Mr. Corelli became indispensable to the Met, singing 19 roles in 15 seasons for a total of 365 performances.Knowing that his handsome physique was part of his allure,Mr. Corelli readily supplied his fans with his vital statistics: 6 feet 1 inch tall; nearly 200 pounds; a chest measuring, at rest, 47 inches. With his penetrating brown eyes, Errol Flynn visage and star power, he wound up modeling evening clothes for Town and Country magazine. To keep in shape and protect his voice, he neither drank nor smoked. For relaxation he relished horseback riding,tennis, swimming and skiing. Fans loved reading about his compulsion for photography (he had 12 cameras) and his fondness for luxury cars. (At one time he owned a Jaguar,
an Alfa Romeo Giulietta, a Lincoln Continental and a
Cadillac.)

When Mr. Corelli announced his retirement in 1976 he was only 55. It seemed too soon to his fans, not to mention general managers everywhere. But, as he explained in the 1996 Opera News interview: "I felt that my voice was a little tired, a little opaque, less brilliant than before.
The singer's life cost me a great deal. I was full of apprehension and mad at everyone. I was a bundle of nerves,I wasn't eating or sleeping."

During Mr. Corelli's prime years, opera buffs and critics hotly debated the quality of his technique and artistry.
Today's opera buffs only wish they had a Franco Corelli to
battle over.

http://www.nytimes.com/2003/10/30/obituaries/30CORE.html?ex=1068560512&ei=1&en=e936b502c721eb7b


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Copyright 2003 The New York Times Company



Edited by - elenafior on Oct 31 2003 09:51:51


Topic author: Mariangela Franco
Replied on: 31/10/2003 10:08:47
Messaggio:

Franco Corelli:
L'ho conosciuto personalmente e ho avuto l'occasione di parlare con lui molte volte in cuanto Maestro di canto del mio marito Mosè Franco (Basso) per quasi sette anni.
La più grande voce e il più grande artista della lirica per me (e non solo). Era altrettanto una bravissima persona, sensibile, attento e "super" dedicato alla sua arte come nessun altro.
Portò l'Italia in alto ovunque andasse. Particolarmente apprezzato negli Stati Uniti dove è tuttora amatissimo (prova, l'articolo sul New York Tmes) pur con qualche imprecisione.
Veramente un peccato che praticamente la sua scomparsa sia stata quasi ignorata nella sua patria (soprattutto dalla televisione)o comunque fatto pocchissimo considerando il calibro del personaggio.
Meritava molto di più, nella mia modestissima e personale opinione.
In una delle sue tante interviste della famosa rivista "Opera News" di New York le he stato chiesto la sua opinione sulla morte della lirica, alla quale lui ha risposto più o meno, che lui non ci credeva e che comunque la lirica era come l'Araba Fenice che risuscita dalle sue ceneri. Speriamo che così sia anche per il ricordo del grande scomparso.
Maria Pia Montelli (mezzosoprano)



Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 11/11/2003 00:20:02
Messaggio:

Omaggi a FrancoCorelli

Il New York Times ha dedicato articoli su più colonne e per più giorni a Franco Corelli.I giornali italiani sono stati quasi assenti.

Ieri a Busseto,patria di Giuseppe Verdi,era
in programma a palazzo Orlandi un concerto di musiche verdiane.
Presente in sala era Bergonzi, il grande baritono che veniva ad ascoltare una sua straordinaria allieva di canto.

All'inizio del concerto il presidente dell'associazione, dottor Carlo Dotti, ha reso dovuto omaggio al grande cantante recentemente scomparso, citandolo come il più grande cantante del XX secolo.

E. F.
Elena



Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 11/11/2003 00:28:53
Messaggio:

Ricevo da Mosè, allievo e amico del Maestro questo bellissimo ricordo della sua biografa ufficiale.

Omaggio a Franco Corelli

Il principe si è addormentato.

Chiuse le palpebre sugli occhi luminosi,
piegato sulla spalla il profilo di medaglia,
dorme il sonno leggero del poeta,
popolato di fantastici sogni.

Il suo spirito vola


Vola al di sopra dei deliri e degli applausi,
al di sopra delle sofferenze e delle paure,
al di sopra delle meschinità e delle invidie...
al di sopra, anche, del nostro instancabile amore,
che lo ha accompagnato a passo a passo
fino alla fine del suo viaggio doloroso,
ma non può seguirlo oltre la soglia
che adesso ha varcato,
solo.

Liberato dal peso fragile
della carne,
il mistero della sua voce
e della sua arte
lascia il mondo caduco delle cose
per entrare nella dimensione alata
della leggenda.

Il bacio del nostro amore
non lo risveglierà
ma per sempre vivrà
nel profondo dei nostri cuori
il dono prezioso
delle emozioni
che ci ha donato.

Appassionato amante,
cavaliere senza macchia
e senza paura,
incorruttibile eroe
eternamente giovane,
principe dei nostri sogni,

addio.

Resterà un vuoto nella nostra vita.


m.b.
verrà indicato il nome completo dell'autrice non appena mi sarà comunicato.
E. F.
Elena

Edited by - elenafior on Nov 11 2003 00:46:54


Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 11/11/2003 15:54:59
Messaggio:

L'autrice di questo commovente ricordo ( m.b.) desidera mantenere l'anonimato, affinchè queste toccanti parole appartengano a tutti coloro che l'hanno ammirato e amato.
Elena Fiorentini


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