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Siamo gocce di un passato che non può più tornare

Stampato da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=7410
Stampato il: 22/12/2024

Tema:


Autore Tema: emofione
Oggetto: Siamo gocce di un passato che non può più tornare
Inserito il: 25/02/2004 15:58:20
Messaggio:

Siamo gocce di un passato che non può più tornare…

Parole calde e melodiose, sinuosi giochi di palato che sospirano versi magici,
che si lasciano ascoltare, che ti entrano dentro, sotto il primo strato della pelle,
provocandoti quello strano formicolio ambasciatore di brividi nostalgici.
Dallo schermo filtrano vezzi di luci ed ombre che uniti a suoni incantatori, fin troppo ben fatti, ma parimenti artefatti, sembrano quasi voler condurre lo spettatore, comunque tutt’altro che ignaro, negli infiniti vicoli del ricordo, che sono anche indefiniti perché sgranocchiati da un roditore di nome Tempo e perché derivanti da una miscela sintetica, una sorta di filtro di amore/dolore, che è il proprio e quello di coloro che ci stanno intorno da sempre, e che ci hanno regalato a parole brani della propria esistenza, racconti brevi o lunghi, lineari o sconclusionati, ma che evidentemente ci sono rimasti dentro e che sembrano rivivere nel nostro cervello, alla stregua di versi di omerica memoria.
Questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile…
Ti senti strano e pensi di conoscere il perché, invece d’un tratto di rendi conto di rivisitare con la mente attimi di un quotidiano anche banale, che talvolta hai considerato squallido o comunque lontanissimo da ciò che bramavi, che hai fuggito e del quale ti sei consapevolmente e volontariamente liberato, pur sapendo che racchiudeva in sé almeno brandelli di bene, di affetto, di gioia, e che adesso, stenti a crederlo ma è così, ti manca, che ti fa fatica aver abbandonato in maniera definitiva.
Infame destino degli eterni “romantici” intesi nel significato ottocentesco del termine, di chi è nato gazzella di testa e lumaca che lascia scie e strascichi dappertutto, col corpo e col cuore, finendo per sentirsi pesante, pesantissimo, come se con tutto quell’appiccicume si tirasse dietro qualsiasi situazione precedente con tutti gli attori che ne hanno fatto parte, che ne sono stati protagonisti e che lo hanno “toccato” davvero, in qualunque maniera.
Sono a Roma, in men che non si dica, vedo il ponte della “Finestra di fronte”, è inevitabile, l’ho attraversato spesso, l’ho visto e pensato anche di più. Mi manca anche Trastevere, è incredibile davvero.
Per oggi stranamente non volo col cervello a Dublino, di solito lo faccio, stasera forse sono fortunato. E poi penso alla “vecchia Livorno”, e poi alla Corsica, a Otranto, a Paestum, a Salerno, a Napoli, a Siviglia, all’Olanda, alla montagna, alla Praga che verrà e di cui già sento nostalgia, praticamente in anticipo.
A me, a Te, a Voi, a Noi, a Lei…
Dimmi come posso fare per raggiungerti adesso…



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