It was a dream. Really, under the ceiling...
Stampato
da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=7474
Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: emofione
Oggetto:
It was a dream. Really, under the ceiling... Minuetto alla più “grande” Lolita E’ un’incognita ogni sera mia… Emiliano, dillo adesso quello che hai dentro, Rinnegare una passione no E allora diglielo, adesso che tutto è passato, che l’onda si è infranta. Minuetto suona per noi, la mia mente non si ferma mai.
Inserito il:
01/03/2004 17:45:12
Messaggio:
Un’attesa pari a un’agonia…
dillo qualsiasi cosa sia, qualunque cosa significhi,
per te, per Lei, per quel cavolo di mostro strascicante che ti soffoca.
Che ti leva l’aria.
Che non ti permette di vivere le situazioni dandoti al 100%.
Che ti frega, che ti limita.
Che è più una gabbia mentale che qualcosa di concreto, di reale.
Sai ascoltare, io lo so.
Sai apprezzare chi è naturalmente diverso da te.
E hai goduto profondamente di quella “bellezza” .
Di quella schiva ma palpabile tenerezza.
Di quella stupenda semplicità.
Che era anche saper vivere, senza tormentarsi, senza voler dimostrare alcunché.
E poi sai appassionarti, ciò che è cosa tangibile purtroppo solo da te stesso ormai.
Ma te hai rispetto, profondo rispetto per chi ti dona una parte di sé.
Per chi, almeno per un momento, ha dimostrato di “sentirti”.
E quel rispetto diventa anche affetto smisurato, profondo.
Sei fatto così, passionale, istintivo, subdolamente geloso.
Possessivo. Anche ex-post.
Mai limitante però.
Egocentrico. Quello sì. Troppo. Spudoratamente.
Perché esce fuori il mostro, e non sei più te stesso.
E allora vuoi gestire tutte le situazioni, pretendi di farlo, di decidere, di importi.
E non ti azzardi a dare di più, a dire ti voglio, sto bene, ti ho sentito mia, davvero.
Non per navigare indietro, il libeccio ha sempre la solita direzione.
E’ difficile risalire di bolina.
Ma perché sei consapevole di quello che è stato.
Non una storiella, con la giovincella bella.
Ma un’esperienza vera, sincera, piena di piccoli ostacoli che hai reso insormontabili.
Volontariamente, o meglio inconsciamente ma indirizzando la barca oltre le colonne d’Ercole.
Consapevolmente, perché era una storia a tre: tu, Lolita ed il tuo mostro.
Ma almeno hai gli attributi, vecchio amico. Chiunque te li riconosce.
Allora utilizzali e faglielo sapere, che probabilmente non sarebbe andata,
che tante cose davvero si sarebbero frapposte, ma solo in futuro.
E che ci hai creduto, tenendolo per te certo, dicendoti smanioso quando invece andavi in pace.
Noia mai, non la sopporti.
E non ce n’era.
Distanza neanche, ma non le hai dato modo di esprimersi.
Perché ha prevalso Lui.
Come al solito.
Come succede nella tua vita di uomo-animale da almeno 15 anni a questa parte.
E allora abbracciala, e trasmettile con quella ultima morsa la tua riconoscenza,
la tua stima, il tuo affetto.
Perché se lo merita.
Perché l’ha guadagnato.
Perché è stata tua, e te l’hai avvertito.
Buona fortuna bellina.
Ti voglio bene.
Senza pateticità.
Senza vergogna.
Senza stupide riflessioni sul sì, sul ma, sul forse, sul chissà.
Sei “grande” Lolita…
Io non so l’amore vero che sorriso ha…
Pensieri vanno e vengono, la vita è così…
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