[font=Tahoma]Frenesia[/font=Tahoma]
Stampato
da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=7837
Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: WhiteWolf
Oggetto:
[font=Tahoma]Frenesia[/font=Tahoma] Uff ragazzi, che periodo! Si corre come dei pazzi in un lavoro che ciclicamente non da tregua! A volte la voglia di "darcela su" diventa veramente tanta. Ma dura poco, il tempo di entrare da un altro cliente, che ti guarda con fare tra il sospetto ed il curioso, a cui a volte snoccioli una specie di "antani tecnologico" per intimidirlo ulteriormente e porre una fittizia distanza che ti permetta di fare in santa pace il tuo lavoro, che tra l’altro lui stesso ha richiesto. Che cos'é un "antani" tecnologico? E' praticamente un insieme di tecnicismi mischiati con termini più o meno aulici per complicare un semplice discorso, in modo da mettere qualche dubbio alla persona che hai di fronte del tipo:- Sono io che non capisco o è il discorso che è complicato???- Così nel tempo in cui il tapino, magari incavolato come una pantera per il ritardo dell'intervento, tenta di riflettere e di trovare una risposta corretta tu fai il lavoro in tranquillità e come da manuale, così quando egli ritorna alla carica, sempre più preoccupato ma più umile, tu gli rispieghi in termini più umani il discorso facendogli pure vedere che è già tutto pronto!!! Un'apoteosi di soddisfazione e commozione da parte di questo personaggio che ora ti guarda con occhi lucidi! Ok, lo so, questo è un estratto del "manuale di sopravvivenza del tecnico da campo" di cui io sono ovviamente il fiero e cinico autore, praticamente una serie di tecniche estratte dal libro nero di WhiteWolf su come gestire anche le situazioni più calde, dando un servizio alla persona e non perdendo lo scalpo... Replies:
Inserito il:
02/04/2004 11:08:43
Messaggio:
Ma d'altro canto che si può fare? Passi periodi, ciclici come dicevo, in cui non hai nemmeno tempo per mangiare, e questa purtroppo non è una battuta, e stringi i denti fino a che non inizi a perderne. Il mio lavoro piace, ma il frenetismo a cui sono spesso soggetto non è cosa da poco. Il mio dubbio è che io ora questi ritmi li reggo, riesco anche a riderci sopra, ma in futuro? Sarò ancora in grado di reggere tutto ciò? Certo, come la retorica insegna ciò che non ti uccide ti rende più forte, ma ti consuma anche. Da questo desumo che la vera battaglia, come ho sempre sostenuto, inizia quando hai consumato il 100% delle tue energie. Allora passerai al 110, poi al 120%, limiti che saranno il tetto delle tue prossime "lotte". Ma ogni cosa ha un limite, e qui mi torna in aiuto la meccanica: un motore elaborato è in grado di correre più forte, ma la sua durata e longevità é inferiore. Non dico di volere uno stile di vita Messicano, in cui tutto è soggetto ad una siesta prima e dopo, ma non sarebbe possibile rallentare tutti e rendersi conto che si possono ottenere le stesse cose, magari anche migliori e più complete, correndo un po' meno? Purtroppo il vil denaro genera questi risultati, e tutto ormai è soggetto ad una triste legge: più si corre più si guadagna.
Sono onestamente stanco di questo meccanismo, nonostante il mio lavoro mi piaccia ed anche molto, ma l'ovvio dubbio che ho, e che espongo qui ove persone con la voglia e la capacià di "guardare oltre" circolano liberamente e sono in ascolto, è: ragazzi, nel correre, non ci staremo perdendo qualcosa?
Ricollegandomi poi ad un argomento trattato circa a metà di questo form valuto se il correre costantemente, abituando mente e corpo a questi ritmi, non ci sta facendo perdere inconsciamente la capacità di distinguere quando stiamo andando piano ed invece quando questo ritmo esaspera anche altri aspetti di noi.
A me hanno sempre detto che la calma è la virtù dei forti, ma con il mondo d'oggi mi sembra proprio che questo non valga più. O forse la calma è una dote interiore in grado di non farti prendere dentro dal caos ed agitazione quotidiana?
A voi le mie elucubrazioni dell'ultimo frenetico mese!
Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 02/04/2004 12:31:33
Messaggio:
Caro ragazzo,
non c'è mai nulla di nuovo sotto il sole.
Ti posso assicurare che quando avevo la tua età avevo gli stessi problemi.
Il mio lavoro mi piaceva , ma anch'io non avevo tempo per pranzare.Uno spuntino alle 11,30 e poi al lavoro.
C'era anche il problema che a rallentare il lavoro, nessuno mi avrebbe più chiamato e non potevo permettermi di non lavorare.
Avrei voluto diminuire le mie attività, ma non avevo scelta. Questo capitava, e capita a tutti.
L'unica soluzione è quella dell'influenza, se hai la febbre a 40° sei obbligato a fermarti...
Ieri sera anche mio figlio si preoccupava:
finalmente, dopo anni di sacrifi,duri,anni in cui ha fatto il magazziniere con turni massacranti,paghe spesso molto basse, seicento euro per lavorare 42 ore, a turni con andirivieni nelle celle frigorifere, di notte, ha passato da una azienda all'altra , senza ferie, nè riposo, ora è approdato ad un buon posto di lavoro.
Ieri si era reso conto che era già giovedì:
come? pensavo che fosse l'inizio della settimana. Di questo passo mi troverò con i capelli bianche senza avere nemmeno vissuto
...esageratooooo, gli ho risposto...impara a prendere i tuoi tempi e i tuoi ritmi...
Ricorda che tuo nonno lavorava anche al sabato mattina e i tuoi nonni-bis, che avevano un piccolo commercio, lavoravano anche alla domenica mattina, senza mai ferie.Andavano a letto alle nove di sera, alla mattina alle cinque erano in piedi.
Furono felici quando vennero organizzati dei treni che partivano da Milano per visitare località turistiche, e ne usufruirono quando finalmente fu loro concesso di chiudere alla domenica.
Ragazzi,fate bene a difendere il vostro diritto ad avere anche una vita che non sia solo lavoro!
Elena
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