Un pensiero per i nostri italiani
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da : Concerto di Sogni
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Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: Grazia
Oggetto:
Un pensiero per i nostri italiani Sono sconvolta per quello che è successo, un ostaggio italiano è stato ucciso e forse gli altri lo seguiranno. Chissà quelle povere famiglie, che giornate terribili staranno vivendo pensando ai loro cari, in mano di gente senza scrupoli. Rivedo i loro volti in tv, spaventati e rassegnati, svolgevano il loro lavoro con impegno e senza fare del male a nessuno, per guadagnare qualcosa per la famiglia, come il povero Fabrizio che voleva costruirsi una casa, sposarsi, come tanti, ed ora non c'è più. Mi chiedo dove ci porterà tutto questo odio e queste vittime innocenti sono degli eroi...ma di cosa? Amavano la vita. Replies:
Inserito il:
15/04/2004 19:22:48
Messaggio:
Grazy
Topic author: Roberto Mahlab
Replied on: 15/04/2004 21:56:19
Messaggio:
Un famoso sito iracheno in cui i cittadini di quel paese dicono quello che in Europa troppo spesso non si dice, il loro affetto per coloro che li hanno liberati dalla dittatura e il loro desiderio di vivere in un paese normale e democratico e la loro ferma condanna del terrorismo che, ancora una volta, ha colpito i nostri valorosi concittadini italiani:
http://iraqthemodel.blogspot.com/
Topic author: louchetin
Replied on: 16/04/2004 12:19:42
Messaggio:
Cara Grazy anch'io mi son chiesto dove vorrebbe portarci tutto questo odio e ho trovato solo due risposte: la divisione e la morte.
Non trovo nessun pensiero che mi consoli di un esecuzione capitale e mi fa orrore ciò che può stare nei cuori dei suoi assassini.
Mi è venuta in mente la canzone di Fabrizio de Andrè dedicata alla guerra: forse è proprio la paura la fonte dell'odio e il riconoscerla in noi è già buona cosa; forse c'è anche dell'altro, il cosiddetto Divisore o Diabulus, come lo chiamavano i latini, a suggerire le mosse.
La guerra di Piero (F. De Andre')
Dormi sepolto in un campo di grano
non e' la rosa, non e' il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
"Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati,
non piu' i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente"
Cosi' dicevi ed era d'inverno
e come gli altri, verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve,
il vento ti sputa in faccia la neve.
Fermati Piero, fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso,
dei morti in battaglia ti porti la voce,
chi diede la vita ebbe in cambio una croce.
Ma tu non lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di "java"
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera
E mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore.
Sparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue,
cadere in terra, a coprire il suo sangue.
"E se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avra' per morire,
ma il tempo a me restera' per vedere,
vedere gli occhi di un uomo che muore".
E mentre gli usi questa premura
quello si volta, ti vede, ha paura
ed imbracciata l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia.
Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chieder perdono di ogni peccato.
Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato ritorno.
"Ninetta mia crepare di Maggio
ci vuole tanto, troppo coraggio.
Ninetta bella, dritto all'inferno,
avrei preferito andarci in inverno".
E mentre il grano ti stava a sentire
dentro le mani stringevi il fucile,
dentro la bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole.
Dormi sepolto in un campo di grano
non e' la rosa, non e' il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 16/04/2004 19:27:21
Messaggio:
Commovente la canzone di Fabrizio de Andrè.
Ninetta mia crepare di Maggio
ci vuole tanto, troppo coraggio.
Ninetta bella, dritto all'inferno,
avrei preferito andarci in inverno".
e Piero non era un vigliacco anche se ha esitato a sparare.
***
Non è ancora maggio e si può morire ammazzati in tanti modi.
Anche il giovane che è morto in modo così tragico, era troppo giovane. Faceva un lavoro altamente pericoloso, che aveva accettato. Il lavoro è importante e sul nostro territorio non ce n'è molto.
Il suo lavoro consisteva in sorveglianza e scorta armata.
Controllava percorsi, sentieri, strade in cui dovevano transitare.
Portava una tutta mimetica ed era armato, scambiato per un comune mercenario.
Amava la vita, aveva fatto progetti per il futuro, non voleva morire. Ha guardato in faccia la morte comportandosi con grande coraggio e dignità.
E. F.
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