notte insanguinata
Stampato
da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=8998
Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: Isabella
Oggetto:
notte insanguinata Quella sera lui aveva telefonato. Lei, l’appariscente nuova promessa del teatro parigino, non se l’era sentita di rispondere a quell’ultimo disperato tentativo di riconciliazione da parte di chi, appena un mese fa, l’aveva abbandonata nella più cupa depressione sentimentale.
Inserito il:
09/08/2004 22:30:02
Messaggio:
Da una ventina di secondi circa il freddo display del cellulare indica con indifferenza una chiamata persa, verso le sette e mezza e Harriet fissa intensamente quell’avviso, mentre la sua giovane vista viene piano a piano offuscata dall’ossessionante ricordo di spensierati attimi lontani.
Nonostante questa momentanea sensazione d’ineffabile impotenza di fronte all’ineluttabile destino che della vita le gravose redini sempre conserva, Harriet riesce a rianimare le eleganti dita affusolate, facendole scivolare poi sulla tastiera, nel tentativo di non venir sopraffatta da pensieri così opprimenti. L’apparecchio torna a riflettere un artificiale riverbero sull’amabile bionda chioma. I comandi parlano chiaro: “chiama” o “inoltra”. L’indecisione si dipinge sul volto incipriato dell’artista venticinquenne. Distrattamente si lascia cadere dal grembo la borsetta di seta, sulla quale si può chiaramente riconoscere la mano di un abile tessitore indiano. Harriet mantiene lo sguardo sullo schermo del cellulare, ipnotizzata, come se da lui solo dipendessero le forze che ora, nervosamente, le concedono di tastare il tappetino della lussuosa limousine. L’elegante pantera nera scivola con una velocità a tratti eccessiva sulle trafficate strade della luccicante capitale francese, mentre Madame Luna da qualche ora ha raggiunto placidamente il suo posto nel romantico cielo stellato. Quando Harriet può afferrare la borsetta, sente sprofondare i profumatissimi guanti in un mare di vetri rotti, figli della fragilità del suo inseparabile specchio tascabile. Imbarazzata e terrorizzata si trova costretta ad affidare il cellulare al sedile di pelle. Harriet osserva incredula le mani sanguinanti, mentre il pensiero inconsciamente si dirige al teatro che in trepidazione la sta attendendo. Deve chiedere aiuto all’autista, ma le parole si gelano in gola e l’affannato respiro si condensa nel tagliente freddo invernale che ormai avvolge anche i suoi più fragili sentimenti. Jacques, l’autista, perde il controllo della vettura, che sbanda rovinosamente, tradita dalla spessa lastra di ghiaccio che fato, insensibile, aveva deciso come palcoscenico del suo oscuro spettacolare piano. Prima di incrociare i gelidi occhi della morte, la ragazza controlla lo schermo del cellulare… la luce si è spenta e la candida vita di Harriet con lei.
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