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Guccini

Stampato da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=9774
Stampato il: 22/12/2024

Tema:


Autore Tema: Giulia Caldara
Oggetto: Guccini
Inserito il: 06/11/2004 11:01:46
Messaggio:

Vedi cara, è difficile a spiegare,
è difficile parlare dei fantasmi di una mente.
Vedi cara, tutto quel che posso dire
è che cambio un po' ogni giorno, è che sono differente.
Vedi cara, certe volte sono in cielo
come un aquilone al vento che poi a terra ricadrà.
Vedi cara, è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...

Vedi cara, certe crisi son soltanto
segno di qualcosa dentro che sta urlando per uscire.
Vedi cara certi giorni sono un anno,
certe frasi sono un niente che non serve più sentire.
Vedi cara le stagioni ed i sorrisi
son denari che van spesi con dovuta proprietà.
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...

Non capisci quando cerco in una sera
un mistero d' atmosfera che è difficile afferrare,
quando rido senza muovere il mio viso,
quando piango senza un grido, quando invece vorrei urlare,
quando sogno dietro a frasi di canzoni,
dietro a libri e ad aquiloni, dietro a ciò che non sarà...
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...

Non rimpiango tutto quello che mi hai dato
che son io che l'ho creato e potrei rifarlo ora,
anche se tutto il mio tempo con te non dimentico perchè
questo tempo dura ancora.
Non cercare in un viso la ragione,
in un nome la passione che lontano ora mi fa.
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...

Tu sei molto, anche se non sei abbastanza,
e non vedi la distanza che è fra i miei pensieri e i tuoi,
tu sei tutto, ma quel tutto è ancora poco,
tu sei paga del tuo gioco ed hai già quello che vuoi.
Io cerco ancora e così non spaventarti
quando senti allontanarmi: fugge il sogno, io resto qua!
Sii contenta della parte che tu hai,
ti do quello che mi dai, chi ha la colpa non si sa.
Cerca dentro per capir quello che sento,
per sentir che ciò che cerco non è il nuovo o libertà...
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...


questo è il testo di una canzone di Francesco Guccini che mi ha colpito per il modo in cui riesce a rispecchiarmi. vorrei avere la vostra opinione e ricevere se è possibile anche altri testi e/o commenti.
in molti pensano che le canzoni di Guccini siano estremamente politicizzanti tuttavia ritengo che indipendentemente dalle idee politiche dell'autore una poesia rimanga sempre tale.

Replies:


Topic author: Paolo Talanca
Replied on: 06/11/2004 12:09:16
Messaggio:

Ciao Giulia, ti porgo il mio tardivo benvenuto su concerto.
In effetti ho analizzato questa canzone diverso tempo fa sul forum.
Purtroppo ultimamente mi è successa una cosa spiacevolissima: il mio hard disk ha deciso di autocancellarsi, così ho perso tutto!
In questo tutto è compresa anche la mia rivisitazione a questa splendida canzone.

Ti copioincollo comunque qui quella originaria, sperando in una tua replica per una bella discussione.

Un saluto

Paolo

VEDI CARA

Non mi stancherò mai di denominare questo tipo di componimenti “canzone alla Guccini”. Non perché Guccini sia il solo ad usare questo metro particolare di scrivere le canzoni ma perché - a parer mio - è un maestro nell’intrecciare il significato dell’uso di un verso di una certa lunghezza e scansione ritmica con il concetto da esprimere.
Il metro della canzone si avvicina al “disegno” della canzone leopardiana (derivante, a sua volta, dalla canzone di origine provenzale e petrarchesca). È una sorta di ballata popolare (schema molto caro a Guccini) con ventidue strofe, senza ritornello a differenza dello schema antico della ballata o di molte altre opere di cantautori italiani che seguono lo schema della “canzone all’italiana”, alternando in vario modo strofa e ritornello. In Guccini il ritornello classico non si trova quasi mai. Le ventidue strofe hanno metro identico: formate da quattro versi con un quadrisillabo iniziale, importantissimo e tematico dell’intera strofa, e tre ottonari esplicativi.
Tra tutte le canzoni di Guccini può sembrare che “Vedi cara” sia un testo più “leggero” rispetto ad altri che trattano di politica, morte, filosofia o citazioni letterarie. Guccini, in effetti, imposta l’opera con un vago taglio satirico, quasi scanzonato o guascone, aggiungendo però dei risvolti quasi “nascosti” che donano alla canzone fortissima autorità artistica. Come impostazione ricorda un’altra canzone, sempre dello stesso cantautore, che è “Quattro stracci”. È la fine, non proprio senza rancori, di una storia d’amore.
Come detto è importantissimo il rapporto tra il quadrisillabo iniziale e gli ottonari di una strofa ma è importante anche il rapporto tra i vari quadrisillabo iniziali:
al centro c’è l’incomunicabilità tra lui e questa donna. Questo perché ci si trova su due piani di pensiero diversi, due modi diversi di intendere la vita, le cose ed il rapporto con esse. In effetti questo è spiegato in una strofa che Guccini ripropone perfettamente immutata per ben cinque volte all’interno della canzone:

vedi cara
è difficile a spiegare,
è difficile capire
se non hai capito già

Guccini si definisce un tipo “perso dietro le nuvole e la poesia” (“Quattro stracci”) e se la donna in questione non lo capisce senza parole, se non lo capisce semplicemente dallo sguardo, dal riso “senza muovere il mio viso”, dal pianto “senza un grido” diventa impossibile per lei capire e per lui spiegare quello che non è spiegabile a parole. È difficile parlare “dei fantasmi di una mente”, questo perché, magari, dietro una separazione apparentemente senza motivo, si celano ragioni di semplice incompatibilità ed allora

certe crisi son soltanto
segni di qualcosa dentro
che sta urlando per uscire

non sono solo piccole liti senza un motivo preciso e che magari rafforzano anche l’unione, non è sempre così.
Lei non riusciva, ad esempio, a star dietro o a comprendere i suoi sbalzi d’umore, il sognare ed il ricadere giù. In queste strofe Guccini compie un grande capolavoro di intuizione: leggendo ogni strofa di questa parte della canzone si ha la sensazione di non comprenderne il significato, si scopre che manca qualcosa di non detto, fino alla puntuale strofa (che torna cinque volte nell’intera canzone) che dona le “istruzioni” per comprendere le strofe precedenti. Queste istruzioni spiegano che le nostre intuizioni di non aver compreso erano giuste, perché non si potevano comprendere, proprio perché “è difficile spiegare” il vibrare dei “fantasmi di una mente”. Attraverso la scoperta di questa impossibilità l’incomprensione delle strofe precedenti diventa normale e “comprensibile”. Solo un grande genio come Guccini poteva rendere comprensibile un qualcosa che è incomprensibile di per sé, un’intuizione di qualcosa che ci pare indecifrabile.
Infondo i due si lasciano perché lei non ha capito le esigenze di lui, ma non le ha capite perché non le poteva capire, perché lei non poteva dargli quello che lui cercava, ecco la differenza con l’altra canzone “Quattro stracci” (di poco meno di trent’anni dopo):

io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri,
quei quattro stracci in cui hai buttato l’ieri
persa a cercar per sempre quello che non c’è
questa è la frase con la quale termina “Quattro stracci”; in “Vedi cara” la donna non è colpevole, con uno slancio di comprensione già il titolo vuole cercare di spiegare il motivo della rottura, è come se Guccini si apprestasse a cominciare un discorso per farle capire l’inevitabilità della situazione. Nella canzone più recente, invece, la donna è colpevole e piena di ipocrisia semplice; non so quanto questo rapporto non sia casuale e fino a che punto possa rappresentare una evoluzione del pensiero gucciniano che tenda alla “misoginia” (messa tra virgolette perché il termine stesso mi sembra incompatibile con la poetica gucciniana).
Dalla nona strofa in poi il rapporto comincia a mutare. Guccini cerca di spiegare, riesce a trovare esempi più convincenti. Elenca parti emblematiche del suo carattere per far capire alla donna la distanza che li separa: il sognare dietro frasi di canzoni, una sera da passare in maniera “particolare” con l’atmosfera da creare solo con l’amore immancabile dei due amanti, comunque poi si torna alla impossibilità di spiegare e torna la strofa che rappresenta il motivo portante della canzone.
Dalla tredicesima strofa comincia un altro punto di vista della canzone: Guccini non rimpiange la donna, perché lui lo aveva dipinto come egli stesso la voleva, ma la donna non potrà mai dargli quelle cose perché

son io che l’ho creato
e potrei rifarlo ora

Ecco però che il ricordo della persona che si credeva di amare torna e “questo tempo dura ancora”: questo perché anche se non la si ama, una persona cara viene sempre a mancare dopo la separazione. È ovvio che, se si vuol bene ad una persona, è triste il momento dell’addio ed il tempo di vita passato assieme torna alla mente, riaffiorando assieme ad una tristezza sincera per i tempi andati. Guccini cerca di discolparsi: la ragione della separazione non è da ricercare in un volto o in un nome. Non c’è un’altra, non c’è qualcosa di tangibile. La donna deve guardare dentro il proprio essere. Torna nella sedicesima strofa il motivo principale e lo fa proprio nel mezzo del concetto per far intendere quanto sia difficile non dare la colpa all’amante che ha lasciato l’altra. Guccini sta spiegandole i motivi ma, come se guardasse la sua donna e la trovasse non convinta delle spiegazioni che lui sta portando a sua difesa, rimette in mezzo la strofa che fa capire della difficoltà di spiegazione, per poi riprendere ad esporre il motivo della fine:

tu sei molto
[…]
tu sei tutto
[…]
cerco ancora
[…]
sii contenta
[…]
cerca dentro

Cerca dentro di te la vera risposta e troverai le differenze che ci separano e che giustificano questo addio. “Chi ha la colpa non si sa”, alla fine Guccini si sente ancora in obbligo di scagionare la donna e lui stesso ed immancabilmente, ripete che è difficile spiegare quello che prova se la donna non ha gia capito, anche prima che lui parlasse.
È bellissimo, in ultima analisi, il fatto che questa canzone ed il suo massaggio si possa leggere anche leggendo solo i quadrisillabo iniziali di ogni strofa. Un vero genio.


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So che si può vivere non esistendo, emersi da una quinta, da un fondale, da un fuori che non c'è se mai nessuno l'ha veduto


Topic author: Beppe Andrianò
Replied on: 07/11/2004 03:28:47
Messaggio:

Come correttamente ipotizzato da Giulia io ad esempio appartengo al gruppo di coloro che identificano guccini e le sue opere come "troppo politicizzate". Son cresciuto nella mia infanzia in scuole cosiddette "sperimentali" dove i professori "sperimentali" erano tutti di sinistra ed alcuni di estrema sinistra (di quelli che giustificavano il terrorismo ed il rapimento di Aldo Moro per intenderci).. e nelle lezioni di musica (dove mi dilettavo di chitarra) provate ad immaginare quali canzoni venivano cantate oltre all'immancabile "El Pueblo Unido..."

Detto questo.. e quindi denunciando una sorta di attacco itterico al veder apparire codesto nome nello spazio apolitico o meglio non massisticamente schierato (non schierato come la massa) di concertodisogni devo pero' ammettere che questa canzone mi era ignota (per qualche oscuro motivo anche la precedente analisi di paolo mi era sfuggita)ma oltre ad essermi ignota e non cercando ulteriori letture alla stessa (la donna o la vita?) mi e', succo del discorso, piaciuta.

Puo' una canzone far perdonare 8 anni di vessazioni? chissa'.. pero' almeno mi ci ha fatto pensare.. grazie a paolo e giulia.

Notte,
beppe


Beppe Andrianò


Topic author: Paolo Talanca
Replied on: 07/11/2004 12:12:54
Messaggio:

Io credo, sinceramente, che sia una questione da affrontare con la massima apertura possibile e ponderando minuziosamente gli elementi in nostro possesso, come il periodo storico in cui un autore scrive certi versi.
Mi spiegherò con qualche esempio, che però, disgraziatamente, non avranno alcuna pretesa di esaustività.

Se prendiamo un artista come Baglioni, mai sbilanciatosi o addirittura schieratosi politicamente, passano inosservati alcuni versi come

una guerra per finir tutte le guerre
occhialuto e un po' confuso nei cortei

oppure

è una veglia delle sere
in cui si prova una partenza
dalla mania dei soldi e del potere
che è figlia della diffidenza

o ancora

I bianchi misero i neri
a combattere i gialli
per tenersi ciò
che presero ai rossi

le borse crebbero a nord
sulla fame del sud
la mafia dell'est
è nelle banche dell'ovest

le madri piansero i figli
che non sono tornati
da una guerra in cui
stuprarono donne

i vili fecero i forti
con le sorti dei vivi
i buoni uccisero
tutti i cattivi
.

Ma provate a mettere questi versi tra le melodie di una canzone di Guccini, De André o Vecchioni e, come per incanto, sarebbero dei passi improponibili per alcuni, faziosi per altri, diseducativi per altri ancora. Probabilmente, nel terzo caso, a sinistra si prenderebbero i versi come baluardo contro la guerra in Iraq, mentre a destra si griderebbe ad inaccettabile scandalo.

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So che si può vivere non esistendo, emersi da una quinta, da un fondale, da un fuori che non c'è se mai nessuno l'ha veduto


Topic author: Renato Attolini
Replied on: 07/11/2004 12:40:02
Messaggio:

Che Guccini sia politicizzato è indubbio (ed il suo schieramento dunque può piacere o meno) com’è altrettanto indubbio che possa, in alcuni casi, essere definito un poeta anche se a mio modestissimo avviso e giudizio, che è assolutamente spassionato e non possiede quindi i requisiti della competenza e professionalità di Paolo, non raggiunge i livelli di Fabrizio De André, mio “idolo” da sempre. Detto questo, alcune sue canzoni come “Il vecchio ed il bambino” “Canzone per un’amica” “Dio è morto” riprese dai “Nomadi” sono veramente belle e contengono versi altamente poetici. Pensiamo al grosso equivoco che si creò sul testo di “Dio è Morto” considerato blasfemo ed irriverente da una censura bigotta e superficiale (che impose il sottotitolo “Se Dio muore è per tre giorni poi risorge” frase comunque presente nella canzone) quando in realtà contiene passaggi religiosi indiscussi: “Nei campi di sterminio, con i miti della razza Dio è morto…..ma in ciò che noi crediamo Dio è risorto, nel mondo che faremo Dio è risorto.”.
Io che sono cresciuto a pane e “Nomadi” (quando morì Augusto Daolio fu come se mi fosse mancato un amico…)le cui canzoni sono quasi tutte scritte da Guccini non mi pongo assolutamente il problema se essi siano politicizzati o meno o a quale schieramento appartengano. L’arte non ha colore, come scrisse anche in un lungimirante articolo su “Libero” una giornalista di cui purtroppo adesso mi sfugge il nome. L’importante è che l’artista non si serva dell’Arte per fare propaganda politica o che esterni i suoi sentimenti in maniera accettabile. Come non paragonare la liricità d’alcuni versi de “La locomotiva” agli scimmiottamenti di Jovanotti (stesso schieramento) quando cantando (si fa per dire) sputacchia sentenze sulla Fallaci, rea a suo dire di “amare la guerra perché le ricorda quando era giovane e bella” prendendosi pure del “maschilista” da Lucia Annunziata (stesso schieramento). Forse esprimendo queste mie opinioni personali sono uscito dal seminato della discussione. Sorry! Volevo in ogni modo solo precisare che le opinioni politiche di un artista o le sue simpatie per una squadra di calcio (d’accordo non è la stessa cosa….c’est pour parler) sono fatti suoi nella misura in cui non me le imponga nelle sue opere. A quel punto le rifiuto o..le accetto.
Tornando alla bellissima canzone che citava Giulia, devo dire che non la conosco ma che è molto bella e forse a Giulia piace tanto perché come dice Lei, riflette un particolare momento della sua vita, cosa che spesso capita. Alla stessa Giulia, vorrei dire che conosco a memoria molte canzoni dei “Nomadi” e quindi Guccini e che se vuole, posso divulgare i testi nel prosieguo di questo scambio d’idee. (Beppe are you agree?)



Topic author: Beppe Andrianò
Replied on: 07/11/2004 12:53:32
Messaggio:

Su concertodisogni non abbiamo bisogno di divulgare canzoni di chicchessia ma se qualcuno avesse voglia di trascrivere una canzone e di analizzarne compiutamente il testo provare a fare una analisi semiotica e semantica dello stesso ed infine esprimere il classico parere di pancia (piace-nonpiace) e di pancia io me ne intendo.. bhe non ci sarebbe nulla da ridire.
Per quanto riguarda le righe citate da paolo sul cantante da lui preferito.. non mi sono sfuggite certo alcune scelte poetiche-testuali che definirei piu' di marketing che musicali.. anche baglioni deve vendere e quindi capisco che si pieghi a certe necessita'.
Anche guccini deve vendere.. ed anche i nomadi dovevano vendere.. tutti alla ricerca di un target commerciale e di un pubblico fidelizzato quindi.. se uno riesce ad essere automaticamente identificato con una parte (interisti, milanisti, tutti gli altri -isti) sicuramente vende di piu' di qualcuno che ogni volta muta la sua azione.. riflettero' alla ricerca di questi interpreti che ritengo pero' siano difficili da trovare nella tradizione non cantautorale..

Anche masini fa parte di un gruppo di -isti... i tristi ma al sottoscritto piace lo stesso.. quando qualcuno mi analizza un pò masini per favore?

Ciao
beppe


Beppe Andrianò


Topic author: Renato Attolini
Replied on: 07/11/2004 13:17:40
Messaggio:

Cominciando da quella canzone che invita ad andare...in un certo posto? Scherzo, ovviamente! Comunque sono andato a vedere sul "Garzanti" la definizione di "divulgare" perché dalla risposta di Beppe mi é venuto il dubbio d'avere usato un'espressione infelice. Resto col dubbio ma già che c'ero mi sono letto le definizioni di "semiotica" e "semantica". Gulp!.....Io volevo solo fare un piccolo scambio d'idee, come proposto, sulle parole di alcune canzoni...SOB!!! (disegno di faccina triste che non riesco ad inserire)
Ciao a tutti.


Topic author: Paolo Talanca
Replied on: 08/11/2004 03:40:05
Messaggio:

quote:

Per quanto riguarda le righe citate da paolo sul cantante da lui preferito.. non mi sono sfuggite certo alcune scelte poetiche-testuali che definirei piu' di marketing che musicali.. anche baglioni deve vendere e quindi capisco che si pieghi a certe necessita'.

no, no beppuzzo mio... è proprio qui il mio punto (o uno dei miei):
sfido chiunque a trovarmi un individuo che abbia comprato qualcosa di baglioni per via di certe frasi sinistroidi...
io lo sfido... tu?

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So che si può vivere non esistendo, emersi da una quinta, da un fondale, da un fuori che non c'è se mai nessuno l'ha veduto


Topic author: Giulia Caldara
Replied on: 10/11/2004 15:18:49
Messaggio:

Ho letto la rivisitazione di Paolo sulla canzone.. Ha messo in evidenza alcuni aspetti stilistici che mi erano sfuggiti e di certo sottolinendo così la genialità dell'autore è inevitabile che sia aumentata la mia stima nei suoi confronti. Forse si tratta di una stima un pò ingenua. Di fronte ai testi delle sue canzoni(non è solo in 'vedi cara' che mi ripecchio!)perde importanza il colore, la bandiera sotto la quale si è schierati, perchè si creano delle sfumature nella propria personalità che permettono di dipingersi in un modo del tutto unico indipendentemente dallo sfondo dell'opera!!! Come dice giustamente Renato l'importante è che quello che trasmetta il testo di una canzone non sia solo un ideale politico e che la nobile arte della poesia non venga infangata da questo vile intento. Purtroppo molti partono con il piede sbagliato e con il paraocchi; l'apertura mentale permette di conoscere meglio gli altri e noi stessi. Oggettivamente devo dire che alcune scelte siano state dettate dalle esigenze di mercato, o meglio, siano state influenzate perdendo un pò di valore. Si tratta di un interesse bassamente umano purtroppo. ma continuerò a ripetere che chi canta della realtà come Guccini riesce a fare ha qualcosa di speciale e non si accontenta di conformarsi. Chissà se sono riuscita a rendere l'idea... Voglio dire a Renato che anche a me piace molto De Andrè, dei Nomadi invece conosco solo poche canzoni cantate con Guccini.. Mi farebbe davvero piacere che proponesse qualche testo per poi intavolare una discussione. venerdì vado a Pavia a vedere il concerto di Guccini(dite che si tratta solo di una trovata per pubblicizzare i suoi dischi???)vi farò sapere... Possibile che oggi si possa parlare solo di cultura della faccia??? un sorriso a tutti voi



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