-Vieni con me-
-Dove mi porti Anna-
-Vieni con me e basta-
-Va bene, va bene, ma non strattonare-
-Ok, adesso cammina veloce, dobbiamo fare in fretta-
-Ma che avrai da correre così, lo sai solo tu-
-Non capisci proprio niente. Mi hanno detto che c’è un ora esatta in cui farlo-
Un’ora in cui farlo? Fare cosa-
-Sai che fai troppe domande, cammina e basta. Ora curvati e guarda come si fa-
-Come si fa, in questa ora esatta, camminare veloce. Ma io sono stanco-
-Curvati e basta-
-Ora compongo il numero di Dio-
-IL numero di Dio? Stai scherzando vero? –
-Affatto. Ho sentito i grandi pronunciare una serie di numeri e verbi, e dicevano che era l’unico modo per farsi ascoltare-
-Per me hai capito male. Anche se sono piccolo, non sono stupido. Ma come è possibile chiamare Dio da un telefono-
-Ed invece sei ancora troppo piccolo per capire. Si fa come facciamo noi adesso, tu ti curvi, io prendo la cornetta, compongo quei numeri ed attendo che risponda-
-Guarda io faccio come dici tu, ma promettimi che questa cosa non la diremo a nessuno. Siamo piccoli si, ma non vorrei passare per un piccolo matto-
-Curvati. 7,9,1,0….prefisso. Pronto, sono Anna-
-Hei, ma stai davvero parlando con Dio-
-Certo, sei solo tu che non vuoi crederci-
-Puoi dirgli che ci sono anche io con te, puoi? –
-Si, si, ma ora non ti muovere li sotto, la cornetta mi sfugge dalle mani-
-Dio, volevo dirti non grosse cose, se non quello se potresti prometterci, che giocheremo per sempre, soprattutto con il mio amico che vedi sotto le mie scarpe, è il mio migliore amico-
-Anna, che emozione, ci stai davvero parlando, ed anche di me-
-Ora ti devo salutare, spero posso richiamarti quando magari sarò un po' giù, quando le cose non girano come si vuole. Quando mi sentirò sola. Anche solo per immaginare il tuo sorriso. Grazie. Ciao-
Ora scendo, stai attento. Dammi la mano, andiamo a giocare