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 Due parti di un corteo
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Roberto Mahlab
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Inserito - mag 06 2002 :  22:51:14  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Servizio speciale della Cns - Concerto News System

Milano, 25 aprile 2002

Capitammo in mezzo al corteo per caso, mia nipotina Pamela e io, la nostra intenzione era comprare un vestito per lei in un negozio del centro.

All'inizio pareva tutto normale, una festa, la banda musicale, i gonfaloni dei comuni, , la rappresentanza dei partigiani e quella della comunita' ebraica a ricordo della partecipazione di cinquemila combattenti inquadrati nell'ottava armata inglese che parteciparono alla Liberazione, poi i cartelli listati a lutto con i nomi dei campi di sterminio e la rappresentanza sindacale.

Induceva a interrogarsi un po' il seguito del corteo, pareva che la guerra di liberazione fosse stata combattuta e vinta solo da chi portava le bandiere di un unico colore, una bandiera italiana, rara...ma anche fin qui si poteva solo obiettare che era forse responsabilita' e mancanza di tutti coloro che da altre parti avevano deciso di non partecipare...

...ma subito dietro una fila imponente e uniforme...prima i cartelli con i nomi delle cosiddette "stragi" addebitate a Israele, senza un cenno ovviamente a Netanya, Gerusalemme, Haifa eccetera, giganteschi striscioni antiisraeliani, cori organizzati e ritmati che inneggiavano alla guerra, "all'intifada fino alla vittoria", dal centro fino alla fine del corteo, a decine. A meta' un gruppo di persone nascoste dalla kefiah che si facevano riprendere con le dita a v, vestite come guerriglieri, un camioncino da cui scendevano squadre di "verniciatori", i muri tra i negozi cosparsi da decine di scritte di odio e di disprezzo per la vita, l'allucinante e onnipresente "siamo tutti kamikaze".

Entrammo nel negozio, eravamo gli unici clienti e le commesse decorarono la mia piccola compagna con un vestito meraviglioso, elegantissimo, un abito da sera che faceva risaltare i suoi biondissimi capelli e i suoi azzurrissimi occhi, ma quando uscimmo, quella parte di corteo che esaltava la distruzione anziche' celebrare la liberta', anziche’ chiedere la pace per tutti, c'era ancora, perche' era lungo.

Fu lei a darsi per prima una mossa, a scuotersi di dosso lo sgomento, mi trascino' in un negozio di ottica a comprare una macchina fotografica usa e getta e abbiamo risalito il corteo, per centinaia di metri, abbiamo scattato circa trenta foto di testimonianza che sono state usate per un servizio che e' stato reso pubblico .

Abbiamo avuto la sensazione che parte del corteo fosse stato dirottato e stravolto, che il 25 aprile e la Liberazione non fossero del tutto quanto si festeggiava, la fine della guerra e la fine dello sterminio di tanti popoli, si festeggiava anche la violenza, la propaganda dell'odio e diffusamente, gruppi che parevano ben organizzati, pareva che per loro il 25 aprile si celebrasse la resistenza contro Israele e il suo popolo. La Storia cancellata e stravolta e da persone lontane da quanto accade nei luoghi di conflitto, persone che non c’entrano nulla, come se fosse una scampagnata qualsiasi.

Che differenza con la manifestazione della domenica precedente, di cui la Cns ha riportato nello scorso articolo, in cui rappresentanti dell'ìntera societa' contestavano il terrorismo e la violenza e invocavano la pace per tutti, indistintamente.

Alla sera ho visto alla televisione i servizi sulla manifestazione di Milano, le immagini strettamente fisse sul palco del comizio conclusivo, nessuna ripresa del corteo, forse sarebbe stato imbarazzante mostrare all'Italia che fine aveva fatto una occasione indetta per celebrare la pace. Ma nei giorni successivi i giornali riportavano le proteste delle associazioni dei cittadini.

Ai lati del corteo tutti i locali e i negozi erano pieni, persone che pensavano a tutt'altro, la stragrande maggioranza delle persone, dovrei dire che e' un peccato pensare a tutt'altro invece che festeggiare la liberta', ma invece devo dire amaramente che forse hanno capito che il senso del festeggiamento era stato distorto e allora tanto vale vivere.

Peccato. Oppure meglio: questo pezzo e’ dedicato a chi c’era e ha proposto il ricordo vero.

Dai vostri corrispondenti
Bob Porter all'audio
Camera Pam al video





Elenafior
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Inserito - mag 07 2002 :  09:52:35  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elenafior
Per non dimenticare.

Fin dagli anni del primo dopo guerra il 25 aprile veniva festeggiato con una stragrande maggioranza di bandiere rosse. Mio padre era stato in guerra, poi, come staffetta partigiana, portava i messaggi del cln ( comitato nazionale di liberazione) a Cino Moscatelli , il capo partigiano della prima zona libera d'Italia, la repubblica libera della val d'Ossola. Aveva infatti mandato la famiglia sui monti di Intra, zona di confine tra l'Ossola e la zona d'occupazione tedesca. Qui nacque mio fratello.Mio padre rischiava continuamente la vita, era stato antifascista prima della guerra,e aveva avuto i suoi piccoli guai per avere rifiutato di indossare la camicia nera durante le celebrazioni( era dipendente pubblico e ne aveva l'obbligo). Non era comunista ne socialista e non riusciva proprio a digerire quello che riteneva una ingiusta appropriazione delle commemorazioni del 25 aprile, durante le quali non sentiva rappresentato il vero senso di libertà in cui credeva. Le parole di Roberto mi hanno veramente colpito perchè usa le stesse parole che usava mio padre cinquant'anni fa e danno l'esatta misura di quello che è sempre stato il 25 aprile fin dalle prime manifestazioni. Negli ultimi anni ho sfilato il 25 aprile,ma quest'anno non me lo sentivo e sono ben contenta di non avere partecipato, non avrei sopportato la presenza di persone con il viso coperto.
Elena

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