Domani 25 febbraio si celebra la festa di Purim, che in ebraico significa "le sorti", le sorti del popolo che avvenne fossero decise da una donna. Dal nostro corrispondente Bob Porter. Lo so che siete diventati pallidi perche' temete che io mi metta a tessere al solito le lodi della bellezza di Julia Roberts...invece no.
Parlero' di un personaggio di spessore universale le cui vicende sono narrate nella Bibbia, si tratta della Regina Ester.
La Bibbia ci narra che nelle contrade della Mesopotamica Susa regnasse assoluto il re Assuero, sotto il cui dominio si trovavano 127 paesi del mondo. Assuero prese in moglie una donna di nome Vashti', e poco dopo la mise a morte, perche' ella aveva rifiutato di asservirsi ai suoi voleri. Raccontano le cronache che se non l'avesse messa a morte, tutte le donne del regno non avrebbero mai piu' rispettato il volere dei loro uomini. Si tratto' per Assuero di trovare un'altra moglie ed egli scelse una delle piu' belle donne che viveva nel suo regno, il cui nome era Ester ed era ebrea. Ester dovette accettare, perche' la morte era la pena se avesse rifiutato di divenire Regina e non rivelo' al re di appartenere al popolo ebraico.
Un ministro del re di nome Amman intanto tramava per mettere a morte tutti gli ebrei e riusci' a convincere Assuero a compiere la strage. Ester si rese conto di essere l'unica a poter fermare la tragedia e si reco' dal re senza essere stata invitata, cosa che per qualunque
vivente avrebbe significato la morte immediata, e lo persuase della perfidia del suo ministro e salvo' cosi' il suo popolo, a rischio della sua vita. I saggi sottolineano che furono sempre le donne ad alimentare il coraggio del popolo d'Israele e che si dedicarono all'educazione delle generazioni dei suoi figli, merito che fu ricompensato con il permesso di entrare nella Terra Promessa. Questo e' il punto di vista della tradizione, quando la Provvidenza Divina colloca una donna in una posizione influente, ella salva la vita a se' stessa e alla sua gente.
Parimenti interessante e' il punto di vista laico sulla questione. Una prestigiosa rivista pubblicata a Gerusalemme ha riportato una opinione di una studiosa autorevole che commentava che, osservando la questione dai nostri anni, provoca tristezza considerare che la salvezza fosse avvenuta a scapito della liberta' di una donna, liberta' violata dalla sua scelta obbligata di sposare Assuero e di dover aiutare il suo popolo a scapito della sua incolumita' personale. E' un discorso che si allaccia a quello sulla pari dignita'.
Due anni fa, sulla scia dei commenti all'uscita fortunata del film "Titanic", il fondista dell'ultima pagina della rivista Time si chiese se fosse ancora valida la famosa frase :"Prima le donne e i bambini". Fatta salva la risposta positiva per i bambini, per quale ragione le donne avrebbero dovuto essere salvate prima degli uomini, se desideravano la pari dignita'?
La risposta fu dolce. Le donne sono violate e sono gli uomini a usare violenza, gli uomini fanno la guerra e sono le donne a dover piangere la morte dei loro figli strappati alla vita, quando una donna e' offesa si trova sempre chi difende chi la offende come se non fosse un reato. Come quanto avveniva al popolo di Ester. E quindi, concludeva l'articolista, nonostante la pari dignita' in tutto, la donna rimane la parte piu' debole del genere umano.
Appare che siano spesso gli uomini a cercare le parole di quanto
desiderano le donne, in passato e nel presente, anche nella ricerca della pari dignita'.
Appare che siano spesso gli uomini, dopo avere dato la spiegazione del caso, a chiedersi in silenzio :"ma che cosa vogliono le donne da noi infine?".
Io ho avuto la misteriosa fortuna di avere una risposta, ad un racconto che avevo scritto e che ironicamente si poneva la questione dell'uomo che si metteva a testa in giu' ma tuttavia non era il prescelto dalla sua amata, rispose una ragazza ebrea che abitava negli Stati Uniti.
Le sue parole seguono il solco della Regina Ester, sono state messe sotto forma di poesia e una ragazza ha scritto una melodia al pianoforte ed un'altra cantera' la canzone prossimamente ad un concorso. Ma non importa l'origine di chi ha scritto quelle parole.
Come Ester nel passo della Bibbia, la sua voce trasmette una risposta universale, che desidero riportarvi, ringraziandola del permesso che un giorno mi diede di mettere in musica le sue parole:
Io canto di me e dell'uomo
che ha sei sosia
ma non e' nessuno di loro
Dell'uomo che sale sull'Everest,
ma lo fa insieme a me
e che ride con me quando
si accorge che non serve mettersi a testa in giù,
ma che basta tenersi per mano.
Che mi fa svegliare di notte
e trattenere il respiro
mentre lo guardo dormire
e che all'improvviso apre gli occhi
per chiedermi di ballare.
Che pretende e si prende il suo spazio
senza toglierne a me.
Che sogna ma agisce.
Che ride ma ascolta.
Che sa piangere
ma sa anche consolare.
Che lavora ma sa giocare....
Ed ho capito che quando lo troverò,
tutte le mie paure spariranno come d'incanto
e saprò, solo in quel momento,
che tutto questo è servito a qualcosa.
Che aspettare non sempre vuole dire rinunciare
e che i rospi almeno ti indicano la
strada....
Bob Porter - Cns - Concerto News System - @2002