Domenico De Ferraro
Emerito
Italy
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Inserito - 15/10/2006 : 09:10:23
PAROLE IN LIBERTA’ PER DRAMATIS PERSONAE Proseguendo dulcis in fondo convinto del male come del bene sia esso forma che fiorisce sboccia s’ingrandisce scemando lascia sentire il suo profumo ,lasso il tempo in cui fui certo del vero quanto del senso fatto di pietra tagliata, lavorata , sasso che prende vita acquista una sua forma una sua identità . La via dei canti analogici, terapeutici , macchine ed ingranaggi situati all’interno del cervello connubio dialogico con altri generi . La soluzione vede mio caro non risiede nell’essere capace di dimostrare la propria innocenza , l’estraneità al caso suddetto nell’ incriminare uno scritto , condurre per vezzo davanti una corte d’appello un povero uomo che non ha fatto nulla di male neppure ad una mosca . Una inutile perdita di tempo è denaro. Mi creda. Per quanto egli sia affetto da quel suo personale male che a parere mio è il comune anonimato, nulla gli potrà impedire al tal dei tali di reagire in modo estemporaneo al sistema che tenta di distruggere i suoi sogni. Come dargli torto , condannare un uomo poiché egli vive , cresce ,crede, studia, legge, soffre. Anche lui fa parte di questa grande comunità virtuale oggetto e soggetto , figura arcana , personaggio fiabesco . Passame appriesse vulesseme fa a guerra a chilli quattro rubagalline , pè c’è ritruvà accossì gomme forate a macchina scassata , a cape rotta. Me so sfastriate voglio ascìre passeggiare liberamente, voglio dicere come a pensa che sente, senza tenere paura del giudice del professore ,del superiore. Nun aggio fatto niente è male . Che tè presso ? me sembri che t’abbia morso una tarantola non starte ad arrabbià a causa de quelli che comandano All’urna il popolo è sovrano è questo c’è consola , come il cacio sui maccheroni ,come la sora rosa nel bar di via Margotta, mi consenta un paio de coglioni. Privando l’arte di tali espressione la luna reagisce , la ragione compromessa i promessi sposi seguono a passo fino alla radice il problema occulto la risoluzione del caso astrofisico per quanto ripeto sia difficile e pericoloso coniugare il sacro con il profano. Ci rimane ben poco di questa vita da mezzano . Permane il problema di fondo cosa egli voglia veramente rappresentare ? non certo la sua pudicizia , il suo orgoglio gli lo impedirebbe , il sua tergiversare girare intorno e mai giungere ad una risoluzione definitiva al caso . Fingere per essere , vivere per credere , piangere per fottere ,ridere per amare. Rimane la certezza inqualificabile, la squallida sua figura agognante con la mano nella bocca della verità. Oggi nulla è condiviso di ciò che sei ,domani potrebbe andare meglio forse ci vorranno mesi, anni ,secoli generazioni e generazioni d’intelligenze addette a risolvere il caso , per quanto mi viene da ridere e sarei assai contento se tutto ciò mai avvenisse. Ma l’essere ritorna e con lui la storia che lo ha creato lo sforzo immane , il grande sacrificio fatto per comprendere per conquistare uno spazio libero ove poter pensare d’essere e credetemi non è una cosa per nulla facile. Non ti ho cercato per nulla. Attraverso di te ,io risalgo all’origine del segno alla scrittura non formulata che traccia il vento sulla sabbia e sul mare ,alla scrittura selvaggia dell’uccello del pesce che guizza. Il Signore del vento ,il signore della sabbia , il signore degli uccelli e dei pesci ,attendeva dall’uomo il libro che l’uomo attendeva dall’uomo l’uno per essere finalmente consapevole di ciò che era ed è l’altro per essere finalmente uomo. Il mare si tinge d’inchiostro le parole annegano a largo e l’infinito battito del tempo sembra tenere fermo in sé il segreto dello scrivere, segni antichi impressi sulle pareti . Il cammino dell’uomo della sua ricerca nel verbo , oblio d’un mondo aldilà di cio che si possa rappresentare, cogliere l’attimo fuggevole l’espressione arcana i giorni in cui abbiamo discorso , abbiamo mangiato, abbiamo sperato. Vennero gli attori in manica di camicia infreddoliti ,tremanti sorseggiando una bottiglia di vino , assunti in quel teatro di cose perdute , con tutto il loro vestiti le loro vicende personali con un cuore ubriaco di vita e canzoni . Non è facile distinguere l’oggetto dal soggetto , perché a me à frittata me sempre piaciuta , me la facevo fare ben cotta da mia moglie , ch’era bravissima a farla , la frittata poi de zucchine era na vera bomba. Son cresciuto con questo desiderio , con questa inverosimile famelica volontà de divorare frittate. Di frittate ne ho mangiate e fatte tante in vita mia , de uova nel paniere ne ho rotte altrettante che una volta il mio principale mi licenziò in tronco . Perché secondo lui non ero capace d’assolvere il compito assegnatomi ,il ruolo d’ interprete così un po’ come il dramma di quei sei personaggi senza autore mi ritrovai a vagare alla ricerca di qualcuno che comprendesse l’intima mia tragedia . Nel senso , veda che l’autore che mi creò non volle poi o non poté materialmente mettermi nel mondo dell’arte. E fù un vero delitto ,perché chi ha la ventura di nascere personaggio vivo, può ridersi anche della morte . Non muore più .Morra l’uomo ,lo scrittore , strumento della creazione ma la creatura non muore più. Non le sembra straordinario vivere per l’eternità , essere alfine immortale , poter recitare all’infinito la propria parte senza regole senza nessuno ti imbocchi frasi fatte. Provi a girare l’angolo di quella lunga strada narrativa , provai a conoscere i mille personaggi reali e irreali di quella storia metropolitana, figure e controfigure losche e meravigliose , venditori ambulanti , sballati del sabato sera provai ad uscire fuori dalla trama di quel racconto inverecondo avviandomi verso mondi reali , girovagai alfine senza meta . Tutto l’amore, tutta la certezza dell’esistere del vivere dell’entrare uscire nella nostra vita, nella vita altrui , un mosaico di forme ,sequenze cinematografiche , le sembra poco tutto ciò ,c’è ne tanta di storia , da mandare un poveretto all’altro mondo. Grazie mi disse la signora ,ingranando la marcia della sua mitica utilitaria. Rimasi ad osservarla andare via con gli occhi sgranati sentivo d’essere un personaggio irrilevante in quella occasione , ma la cosa per mia fortuna non mi spaventò tanto. Così provai ad andare avanti con il costruire una nuova scena , entrare e far parte d’una nuova trama fare da spalla all’archivista capo sarebbe stato un grave errore anche sé lo consideravo un amicone la cosa tra noi non avrebbe mai potuto funzionare . In principio fumavo un pacchetto di sigarette al giorno la cosa mi faceva sentire all’altezza del mio compito poi compressi che il fumo mi faceva stare male, tosse, catarro , affanno non avrei potuto più lavorare con nessuna compagnia, tranne qualche scena in cui serviva urgentemente un povero uomo ammalato, io non avrei potuto più recitare a soggetto ciò che io ero capace di rappresentare. Furono scritte altre pagine ,altre avventure didattiche e antropologiche per essere etichettate dalla comune morale come testi inedite mai apparsi sul mercato editoriale ,con le peggiori intenzioni non badai a cosa avrebbero detto sul mio conto i cinici critici ,il capocomico panciuto dai biondi baffetti m’invito a prendere sul serio la mia parte ciò sarebbe stata una ottima occasione per conoscere uno ad uno ogni attore scenografo , ballerino , cantante partire tutti insieme all’intera compagnia viaggiante per quella lunga stagione da passare felici all’inferno.
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