Elena Fiorentini
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Inserito - 19/02/2004 : 10:41:58
Milano,19 febbraio '04 Grande folla silenziosa ieri a Cesenatico. Il colpo d'occhio sulle vie intorno al Porto Canale, dove si sono svolti i funerali, era impressionante.Le vie erano gremite all'inverosimile. Il pubblico, il suo pubblico che lo seguiva ai bordi delle strade, non l'aveva dimenticato. Lacrime scendevano alla lettura delle ultime parole scritte sulle pagine del passaporto. Prima il doping, brutta bestia,poi la droga l'avevano distrutto.Peccato!!! Pantani aveva comunque una marcia in più, lo si notava, vedendolo correre. Era solo la forza fisica sorretta dal doping?Troppo riduttivo. Nel cercare le parole per spiegare il perchè mi tornano alla mente le lezioni di danza a cui assistetti parecchie volte. Ragazzi e ragazze forti e belli, allenatissimi, venivano sollecitati all'insegnante perchè il corpo e i movimenti mancavano di espressività, non comunicavano nulla. L'insegnante, ormai anziana, faceva un movimento e sapeva trasmettere un' emozione. Pantani era forte e vinceva, ma, oltre al grande numero di vittorie,comunicava quel qualche cosa in più, quel qualche cosa di inimitabile e di inesprimibile a parole, la sua corsa poteva essere assimilata ad un'opera d'arte. Pantani era già un mito da vivo.
*** Ho sentito più volte leggere in questi giorni, anche da Maurizio Costanzo durante la sua trasmissione su Canale 5, il testo scritto da Marco Pantani per una canzone. La ripropongo completata dall'intervista rilasciata dall'autore della musica, Pieri, all'"Eco di Bergamo" e pubblicata il 15 febbraio 04 Racconta Pieri: «Il testo nasce da un incontro con Pantani in pizzeria a Cesenatico. Nel corso della nostra chiacchierata - racconta Pieri - Marco mi disse: Io me ne andrò come sono arrivato, in punta di piedi: in quell' immagine era racchiuso lo sforzo della pedalata del ciclista, ma anche la figura di una persona discreta, che se ne sta in disparte». Pieri ricorda infine l' ultimo incontro con il campione, un paio di anni fa. «Mi disse "Lo sai che ho la tua canzone nel comodino? Ogni tanto la risento, mi piace molto"». E Marco pensava a Renato Zero come possibile interprete. In punta di piedi«Ci sarà una biciclettina, nel cortile di una casa, che farà partire i sogni di un bambino... Mi mangiavo le candele, quando mi mancava il fiato Mi vedevo il lungomare nei traguardi che ho tagliato, c'era lei nell'infinito... La vita mia non è una corsa in bicicletta, la vita mia forse è vincere la fretta, la vita mia è un traguardo sempre più lontano, è una salita e poi un altipiano, c'è un po' di poesia, è volontà che si è fatta strada e cosa importa che io vinca o cada... Hai presente i desideri, non è impossibile se tu ci credi, io me ne andrò come sono arrivato ... In punta di piedi». Marco Pantani Edited by - Elena Fiorentini on 19/02/2004 18:32:43
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