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Inserito - 22/10/2007 : 23:22:49
LE FAVE DI MORTIIl binomio cibo divinitá é sempre stato presente nella storia umana ed affonda le sue radici addirittura nella preistoria. Riti con cibi e bevande dedicati alle divinitá a scopi propiziatori o solo per devozione si incontrano in ogni parte del mondo ed in ogni tempo dell’anno. Ogni data puó essere associata ad una tradizione gastronomica. In tutto il mondo la ricorrenza dei defunti, che per i cattolici é il 2 novembre, ha connotazioni molto simili. Alla memoria dei defunti si dedicavano particolarmente pani speciali, dolciumi ed altro. La tradizione italiana associa a tale ricorrenza il consumo di fave. Le fave infatti, secondo una antica tradizione, legavano il mondo dei vivi al mondo dei morti, quasi a mettere in comunicazione i due mondi, quello dei vivi e quello dei morti appunto. La causa di questa credenza é forse da attribuire alle profonde radici di questa leguminosa che si inoltrano in profonditá, quasi a raggiungere l’Ade, ed al suo fiore bianco con macchie nere. Il nero, colore del mistero, é molto raro nel mondo vegetale e le macule del fiore, a forma di tau greca, rimandano alla prima lettera di “tanatos” (morte). fiore della fava Le fave, per essere considerate il tramite tra i vivi ed i morti, erano presenti in quasi tutte le cerimonie funebri del mondo antico, non solo nell’area mediterranea ma perfino in Perú ed in India. In Italia dolci a forma di fave, per la ricorrenza, sono presenti in varie regioni. Gli ingredienti generalmente gli stessi: mandorle, zucchero, uova ed aromi naturali. Le piú famose sono quelle triestine,
di cui la ricetta é la seguente: Ingredienti 250 gr. di mandorle pelate 125 gr. di farina 3 chiare d'uovo grandi 250 gr. di zucchero vaniglia 1 bicchierino di rosolio bianco qualche goccia di olio di rose o acqua di rose 1 bicchierino di rosolio alchermes 50 gr. di cioccolata grattugiata o cacao in polvere Preparazione Lasciar asciugare per 2 giorni le mandorle pelate in un luogo caldo, quindi tritarle finemente, senza far perdere il prezioso olio. Mescolare in una terrina la farina con un po' di albume sino a ridurla a pastella liscia, aggiungere a poco a poco gli albumi rimanenti, lo zucchero e la farina di mandorle, mescolando continuamente. Quando la pasta sarà spumosa dividerla in tre parti. Nella prima aggiungere la vaniglia e il rosolio bianco, nella seconda l'olio di rose e alchermes, nella terza incorporare la cioccolata. Formare delle palline, infornarle, ponendole su carta da forno, a temperatura bassa, forno appena tiepido. ( ricetta estratta da “La cucina triestina” di Maria Stelvio) cuocoligure
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