Ieri è stato il mio onomastico, e questo mi ha fatto riflettere sull'importanza di un nome.
Il risultato è stato che non sono riuscito a prendere una posizione chiara sulla grande o poca importanza di un nome.
Magari potreste aiutarmi ad eseguire un verdetto.
Tesi: L'importanza del nome è veniale, solo formale.
I Imputato: William Shakespeare. (Un autore poco noto del VI-VII sec.)
>"Cos'è un nome? Quella che chiamiamo rosa, anche con un altro nome avrebbe lo stesso dolce profumo."
II Imputato: John Locke. (filosofo dell'età pre-illuministica)
>"Gli uomini accumulerebbero invano tanti nomi di cose particolari, che non servirebbero loro a comunicare i loro pensieri.
Gli uomini imparano i nomi, e le usano nel parlare con gli altri, solo perchè siano capiti.
(...) Nulla può essere chiamato oro, se non ciò che possiede una conformità di qualità con quell'idea complessa astratta cui è annesso quel nome."
III Imputato: Saul Herzog. (sopravvissuto a campo di sterminio nazista)
>"Nei lager nazisti non eravamo che numeri, codici numerici tatuati sulle nostre braccia con le fiamme dell'odio.
Il tornare a casa, e sentirsi chiamare acnora una volta per nome, con quel nome che avevi quasi dimenticato, è stato come ritrovare la dignità.
Solo al suono del mio nome ho capito di essere di nuovo veramente libero."
La Corte si ritira per deliberare.