Ribadisco quanto ho scritto.Ho parlato di uno stile letterario che ha il difetto di avere un nome che sembra uno sfottò o una battuta.. non saprei come chiamare altrimenti questa modalità di scrittura.
Non sono ovviamente d'accordo con quanto scritto da Sofia che ha mescolato una forma d'espressione creativa con un problema molto serio.
Forse l'avrei dovuto chiamare in modo diverso ed avrei evitato questa che sono sicuro voleva solo essere una battuta o comunque un involontario malinteso.
Elisabetta mi chiede chiarimenti letterari.. vediamo se riesco a fornirne:
Un tempo esisteva una corrente preromantica letteraria definita "ossianesimo europeo" e non era certamente qualcosa di allegro.. non ho idea cosa ne pensassero i contemporanei nel leggere di tombe e morte.. forse si toccavano e facevano le corna..
In contemporanea dalla germania emergeva il famoso "Sturm und drang" e anche questi forse venivano percepiti dai contemporanei come qualcosa di simile agli attuali graffitari no-global..
Intendo dire.. ogni genere o stile letto nella contemporaneità dell'accadere probabilmente poteva essere percepito non come arte o forme di comunicazione colta.. ma qualcosa di semplicemente diverso, forse deteriore.
Nella pittura avvenne qualcosa di simile quando si avverti' netto l'impatto della fotografia.. e i pittori capirono che dovevano esprimere qualcosa di ulteriore, colorare con i loro personali colori e le loro personali forme quanto in natura veniva cosi' efficacemente immortalato dalle prime fotografie..
In proposito pochi sanno che le prime fotografie di cui si ha notizia risalgono al 1827 e il loro "papà" fu un francese di nome Joseph-Nicéphore Niepce.
Ma fu un pittore a renderle arte e in questo a contribuire in modo determinante all'evoluzione dello stile della banale "natura morta"..
Intorno al 1831 il pittore francese Louis-Jacques Daguerre, iniziò a realizzare delle fotografie utilizzando le proprietà di una sostanza chimica, lo ioduro d'argento. Queste fotografie, che vennero chiamate dagherrotipi dal nome del loro inventore, non erano permanenti: le lastre piano piano si annerivano e così l'immagine si cancellava.
Poi il processo fu perfezionato e quindi..
Ed ora veniamo a noi.. gli autori delle parole (non dei colori come i pittori) hanno avuto anche loro degli stimoli che possono aver influenzato chi aveva già la passione dello scrivere, del comunicare..
Questi stimoli possono essere di tanti tipi..
E per il resto aspettate la prossima volta che mi risiedo per approfondire questo (evidentemente) appassionante tema del Depressionismo.
Ciao a tutti,
beppe
Beppe Andrianò