"Baci da New York", di Art Spiegelman
Edizioni Nuages
www.nuages.netQuesto volume raccoglie le copertine e gli schizzi che Art Spiegelman ha disegnato durante i dieci ultimi anni per la prestigiosa rivista The New Yorker.
Ieri nel tardo pomeriggio dopo il lavoro, anche se ll tram non passava e temevo di non arrivare prima della chiusura, sono stato a vedere la mostra dei disegni stessi che si puo' ammirare fino al 28 giugno presso la galleria d'arte Nuages a Milano e ne sono rimasto molto impressionato.
Nei giorni precedenti ero rimasto un po' colpito dagli articoli dei giornali che presentavano Spiegelman come artista che non fa' altro che infrangere miti come provocatore antisistema, insomma ne avevano presentato una parte minima, eppure era quella che sottolineavano.
Invece ho visto con delizia che e' ben altro, un grande artista del disegno e del colore e una persona che non vede solo quello che non va della societa', ma la raffigura in tutti i momenti, belli e brutti, nel suo sviluppo, voglio dire che piu' che denuncia, appare come descrizione.
Mi sono venuti in mente all'opposto i disegnatori di vignette che compaiono su alcuni dei nostri giornali, assai diversa purtroppo e' la loro posizione di satira che sbeffeggia, spesso unicamente per criticare senza mai ricordare che il mondo e' di tutti i colori, nero ma anche bianco. Ad esempio, le tristemente note vignette contro Israele sono la riprova di come il disegno viene usato per trasmettere un messaggio di pregiudizio.
Art Spiegelman, secondo me, pur talvolta sottolineando le sue passioni politiche e sociali, non scade mai nel pregiudizio e comunque i suoi disegni sono di tutti i tipi, bilanciati e colmi di speranza e mai monotematici.
L'artista deve la sua fama anche in Europa al volume a fumetti :"Maus, racconto di un sopravvissuto", in cui descrive il viaggio terribile dei suoi genitori ebrei nei campi di concentramento nazisti. Il libro gli e' valso un premio Pulitzer.
L'autore accompagna i suoi disegni con un diario personale avvincente, scrive tra l'altro che, dopo la parentesi al New Yorker, e' tornato al suo primo amore, i fumetti e sostiene bene che la serie di Maus prova come ogni arte, anche quella apparentemente minore come il fumetto, puo' essere usata per raccontare e condividere.
E' molto interessante la narrazione delle riunioni con gli editori del New Yorker ogni volta che gli proponevano un soggetto, i litigi artistici e le riconciliazioni, in pratica un racconto nel racconto, un pezzetto di storia della prestigiosa rivista vista dal di dentro.
"Baci da New York" e' un bellissimo libro da collezione.
Roberto