LA CASA DELLE VACANZE

Cigolano

i cardini vecchi
nella penombra
e nell’odore di chiuso
e di polvere umida,

ma è casa.

Si spalancano le imposte
su immutate viste
che solo ieri
pare d’aver lasciato
e luce entra a dare vita
alle cose ritrovate
in un magico istante
di occhi stupiti
che indugiano
ad abbracciare il tutto
quasi a cercare la certezza
d’essere davvero li

tra quelle mura

ancora più amate
dopo l’abbandono

che di ricordi e di speranze
sono l’alcova.

yama

Erri nel silenzio infinito
dove tutto respira piano
e lentamente appassiscono i pensieri

ti nascondi dietro un muro di ombre
di frasi eleganti e parole di vetro
per ammaliare un'ignaro fanciullo che sogna

affondi le mani sull'inerme tastiera
che ti osserva
nel tuo inutile calvario

sentenze ridondanti
vuote pergamene
che straziano gli animi
di chi già soffre

Francesco
Milano, lun19ug2004

LA RUOTA

Lascero'
prima o poi quest'oasi di pace
con spirito ritemprato.
Ripartiro'
a caccia di tempeste e d'emozioni nuove
che scuotono l'animo e rigenerano la mente.
Rincorrerò
fatalità che s’aventano sulle certezze
e sangue fanno scorre nelle vene.
Rimpiangerò
di nuovo la quiete del grigiore e la pace
che alla tregua conduce.

Allora
come in un nuovo giro della ruota
sordo mi farò al mondo
fino al rinnovarsi
del desiderio di tempesta.

yama

NEVE PESANTE

Refoli d’aria gelida
s’insinuano nel bavero
di una giacca stretta
incapace di riscaldare
quel che resta
del mio animo
rinsenchito e fragile
come filo d’erba
bruciato dalla brina.

Gelo e compassione
per chi
non sa fermarsi a godere
i colori di un tramonto
se il sole non può avere.

Per chi
per egoismo di possesso
preferisce la negazione
all’amore concesso.

Gelida neve
scende in fiocchi
grevi e appiccicosi
che invece dell’allegria
portano solo rimpianti
per ciò che fu soffocato
in pochi istanti
dall’incomprensione
da chi tra lacrime di rancore
disse
di non chiamarsi più amore.

yama

Verde ogni semenza adulta,
azzurro, deserto dalle nuvole il cielo,
luce intensa e penetrante,
calda l'estate si consolidava.

Nella notte con l'insonne nudità
mi tormentava il dolore della vita,
e sudavo l'afa
e gelavo umiliato nella dignità.

Anche l'estate ha il suo gelo !
Solo allora scappavo fuori
e mi aggrappavo alle stelle
d'un cielo che non tradisce mai !

grazie Concerto
di Zanin Roberto

Ti capirò, perché la tua fragilità è la mia,
il tuo sentiero passa per la mia via,
e dove ieri pretendevo perfezione
esperimento ora compassione,
un'indulgente comprensione:
maestra è stata la mia umiliazione.

Le mie orecchie, avvocate alla tua voce
difenderanno il tuo dire al cospetto del mio cuore,
strapperanno a lui audizione
vinceranno quotazione,
riscuoteranno colore, unicità, stupore,
troveranno casa, riceveranno amore.

Solitarie spighe
custodi di tesori dorati
si scagliano alte verso il cielo
a formare un verdeggiante mare

danzano all'unisono
come se un direttore
con mano tranquilla
indicasse loro cosa fare

e tutt'intorno
prati olmi e faggi eremiti
salici pioppi e betulle argentate
formano una sipario al vento
ad imprigionare il suo sfrenato volo

che sfiorando le rigogliose foglie
sussurra mille melodie
sconfinate e sensuali
e traduce in mille lingue
lussureggianti romanzi d'amore

Francesco
Milano, dom11lug2004

IL PROFUMO DEL GLICINE

È finita la stagione.

Del glicine restano solo le foglie
a stendere la loro ombra sulle memorie
di questo giardino oggi vuoto più di ieri
per i profumi svaniti assieme ai pensieri.

Nel nome del dubbio non chiedete
se ricordo il profumo del glicine.

Ricordo che avvolgeva il giardino
e lontano giungeva nella brezza
delle fresche sere di primavera.

Rivedo i tralci penduli festonare
quegli angoli segreti del giardino,
alcove protette di memorie finite.

Rivedo i colori delicati farsi forti
e infiammarsi nei rossi del tramonto
e attenuarsi, diafani, nella luce dell’alba.

Questo ripenso, ma non chiedetemi
se voglio ricordare il profumo del glicine.

YAMA

Sbatto i colori sulla tela
come se solo la rabbia
guidasse la mia mano
e gialli di ginestre
intreccio a smeraldi
e a turchesi di mare

e azzurri di cielo affianco
agli ocra delle rocce
e ai cupi della macchia
che sul mare strapiomba.

Pennellate secche
dure e nette
a definire scogli e spume
e schizzi di onde
d’un amore infranto.